
Caso di via Gordiani, ipotesi di un difetto dell’autocisterna di gpl

Un errore umano, aggravato da criticità tecniche nei dispositivi di sicurezza, potrebbe essere la causa dell’esplosione avvenuta il 4 luglio scorso in via dei Gordiani, a Roma. L’incidente, che ha causato la morte di un dipendente Eni e il ferimento di 23 persone, è al centro di un’inchiesta ancora in corso da parte della Procura capitolina, che ora ipotizza il reato di omicidio colposo.
Secondo le prime ricostruzioni, durante le operazioni di scarico del GPL da un’autocisterna ai contenitori del distributore, si sarebbe verificato uno strappo alla valvola, con conseguente distacco del tubo di trasferimento. La fuoriuscita incontrollata di gas ha generato un’esplosione di una violenza tale da far decollare la cisterna per oltre 80 metri, finendo sullo stesso impianto di rifornimento.
Le indagini tecniche condotte dagli inquirenti hanno rivelato che i bocchettoni dell’autocisterna, che avrebbero dovuto chiudersi automaticamente in caso di distacco, potrebbero non aver funzionato correttamente. L’ipotesi è che se i dispositivi avessero operato come previsto la perdita si sarebbe limitata al gas già presente nel tubo di scarico, senza coinvolgere il contenuto dell’intera cisterna.
Resta da accertare se l’anomalia sia stata provocata da un guasto del mezzo o da una manovra errata nella fase di rifornimento. Non si esclude che la Procura possa presto individuare dei responsabili ed eventualmente procedere con iscrizioni nel registro degli indagati.
L’esplosione, avvertita in numerosi quartieri della Capitale, fu talmente potente che inizialmente si pensò a un attacco terroristico. Oltre alla perdita umana, i danni strutturali sono stati enormi: un centro estivo adiacente fu evacuato appena in tempo, una scuola elementare subì danni estesi che rendono difficile la ripresa delle lezioni a settembre, e tre palazzi in via Romolo Balzani furono evacuati.
L’intervento delle forze dell’ordine e dei soccorritori fu decisivo. Due agenti della Polizia di Stato rimasero feriti in modo serio, ricoverati oltre venti giorni al Policlinico Umberto I. Anche diversi carabinieri e agenti della Polizia Locale, già presenti per monitorare il vicino campo nomadi, contribuirono all’evacuazione di bambini e personale dal centro estivo.
L’Arpa Lazio rilevò tracce di diossina nei giorni successivi, poi rientrate nei limiti. L’intera area del distributore è ancora sotto sequestro, insieme ai resti dell’autocisterna, oggetto di perizie tecniche approfondite per stabilire se fosse già compromessa prima dello scarico. Il fascicolo aperto dalla Procura si concentra ora sull’accertamento delle responsabilità, con l’obiettivo di fare piena luce su una tragedia evitabile, e che ha sconvolto un intero quartiere della città.