
Caso di Fregene: il giallo del portafoglio ricomparso dopo il delitto

Nel caso dell’omicidio di Stefania Camboni, 58 anni, uccisa nella sua abitazione di Fregene con 34 coltellate, la Procura di Civitavecchia continua a raccogliere tasselli per ricostruire un quadro chiaro e coerente. L’unica indagata, per ora, è Giada Crescenzi, compagna del figlio della vittima, trovata sola all’interno della villetta la notte del delitto. La sua iscrizione nel registro degli indagati, precisano gli inquirenti, ha anche valore di garanzia, ma le attenzioni investigative si concentrano proprio su di lei.
Tra gli elementi emersi, c’è un dettaglio che potrebbe rivelarsi decisivo: il portafoglio della vittima, che era stato denunciato come smarrito giorni prima, è stato ritrovato vicino all’auto parcheggiata fuori casa. La stranezza della sua ricomparsa ha insospettito gli investigatori. Stefania Camboni aveva raccontato di aver perso il portafoglio dopo una serata in un karaoke, dichiarando che conteneva solo pochi euro e nessun documento. Ora gli inquirenti sperano di poter isolare impronte o tracce utili a identificarne il maneggiatore.
Accanto a questo elemento, si aggiungono due taccuini ritrovati in casa, con appunti relativi a prestiti e debiti contratti dalla donna con diversi creditori. Una pista, quella economica, che affianca le ipotesi più personali e familiari. Secondo quanto riferito dall’indagata in fase preliminare, Stefania Camboni si sarebbe “fatta nemica mezza Fregene” a causa di richieste di denaro e minacce.
Sul fronte delle prove fisiche, permangono numerosi dubbi. L’autopsia ha confermato che la vittima si è difesa, come testimoniano le ferite su entrambe le braccia. Tuttavia, la Crescenzi non presenta ferite compatibili con un’aggressione di tale violenza. Solo alcuni graffi, che la donna attribuisce all’ansia, mentre per l’avvocato Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Camboni, sarebbero il segno che l’indagata si è sbarazzata di arma e indumenti sporchi di sangue. Ma le ricerche nelle campagne di Fregene non hanno finora portato a nulla.
Un nuovo interrogatorio in carcere è stato fissato per domani. Questa volta, secondo indiscrezioni, Giada Crescenzi potrebbe decidere di rispondere alle domande. La Procura attende anche i riscontri bancari da Torino, dove è attivo l’unico conto corrente della vittima. La verità sul caso potrebbe passare da questi dettagli, oggi solo indizi, ma potenzialmente chiave per risolvere l’enigma di una morte ancora senza colpevoli accertati.