
Caso Almasri, Meloni archiviata: “Assurdo escludere me”

Dopo oltre sei mesi di indagini, il Tribunale dei ministri ha disposto l’archiviazione della posizione della premier Giorgia Meloni nel controverso caso Almasri, che aveva scatenato forti tensioni politiche e mediatiche sin dal gennaio scorso. L’inchiesta riguarda il rilascio e il rimpatrio del generale libico Mohamed Almasri, accusato dalla Corte penale internazionale di torture e violenze su minori. Arrestato a Torino il 19 gennaio, fu rimandato in patria pochi giorni dopo con un volo di Stato. Meloni era stata iscritta nel registro degli indagati con le ipotesi di peculato e favoreggiamento, ma la sua posizione è ora ufficialmente chiusa.
È stata la stessa Meloni ad annunciare l’archiviazione con un post serale sui social: «Oggi mi è stato notificato il provvedimento dal Tribunale dei ministri», ha scritto. Ma il tono della premier è tutt’altro che soddisfatto. «Si sostiene che io “non sia stata preventivamente informata” e che dunque non abbia rafforzato il programma criminoso. Ma questa tesi è palesemente assurda», ha commentato. Meloni ha respinto l’idea di essere stata all’oscuro dei fatti, ribadendo l’unità di intenti dell’esecutivo: «Rivendico che questo governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata».
Mentre la premier esce dall’inchiesta, restano coinvolti il ministro della Giustizia Carlo Nordio, quello dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario con delega all’intelligence Alfredo Mantovano. Per loro, secondo quanto anticipato dalla premier, verrà avanzata una richiesta di autorizzazione a procedere. Il Parlamento avrà ora un ruolo cruciale: per i ministri eletti, come Nordio, l’autorizzazione passerà per la Camera dei deputati, mentre per Piantedosi e Mantovano, non parlamentari, sarà competente il Senato. «Mi siederò accanto a loro in Aula, al momento del voto», ha assicurato Meloni.
Non si sono fatte attendere le reazioni. Il vicepremier Matteo Salvini ha commentato: «Avanti insieme e a testa alta, non ci fermeranno!». Anche Forza Italia e Noi Moderati hanno criticato l’iniziativa giudiziaria, definendola “assurda” e volta a intralciare l’operato del governo. Di segno opposto le reazioni delle opposizioni. Per Angelo Bonelli (AVS) premier e ministri dovrebbero «rinunciare all’immunità». Riccardo Magi (+Europa) ha attaccato duramente: «Meloni rivendica la liberazione di un torturatore. È una pagina nera per lo stato di diritto». Nicola Fratoianni, leader di SI, ha dichiarato: «Valuteremo con attenzione le carte quando arriveranno in Parlamento».
Il caso Almasri continua dunque a dividere la politica italiana. Mentre Meloni esce formalmente dalla vicenda, la sua decisione di non prendere le distanze dai ministri coinvolti conferma un’impostazione di solidarietà governativa. Ma lo scontro tra Palazzo e Magistratura è destinato a infiammarsi, e con esso il dibattito parlamentare.