
Carlo Verdone sindaco di Roma per il suo 75° compleanno
Un compleanno diventato evento cittadino. Carlo Verdone ha festeggiato i suoi 75 anni indossando, per un giorno, la fascia tricolore di sindaco di Roma. Un omaggio simbolico che la Capitale gli ha riservato con entusiasmo, trasformando l’intera città in un gigantesco set a cielo aperto. L’attore, appena arrivato in piazza del Campidoglio, ha scherzato citando uno dei suoi personaggi più celebri: «Ma sì, prosciughiamolo questo Tevere», proprio come il candidato sindaco di “Gallo Cedrone”. Una battuta accolta da un’ovazione che ha dato il via a una giornata travolgente.
Verdone è stato accompagnato dal sindaco Roberto Gualtieri tra applausi, selfie, strette di mano e incontri con i cittadini. Un bagno di folla costante, che ha unito fan storici e bambini, giovani e anziani, tutti accorsi per celebrare un artista ormai parte dell’identità collettiva romana. La giornata si è conclusa nell’Aula Giulio Cesare, dove Gualtieri gli ha consegnato la Lupa Capitolina. «Ho sempre adorato Roma», ha detto Verdone, mentre il sindaco replicava citando un’altra sua battuta cult: «Lo vedi che la cosa è reciproca?».
Il programma è stato intenso. Dalla seduta di Giunta nella Sala delle Bandiere ai sopralluoghi nei quartieri, Verdone ha attraversato Roma come un vero primo cittadino. Ha visitato i cantieri di Tragliatella, dove Acea sta realizzando le fognature mancanti, ha incontrato residenti e commercianti, ascoltato richieste e problemi. «Se Gualtieri non fa i lavori, votate me», ha scherzato l’attore, tra le risate e l’approvazione della folla.
Poi tappa a Villa Gordiani per inaugurare un’area giochi. Qui, circondato da decine di bambini che cantavano “Tanti auguri”, Verdone si è commosso: «Tutto quello che si fa per i bambini è sacro». È seguito un sopralluogo alla scuola “Romolo Balzani”, gravemente danneggiata dall’esplosione di un distributore di benzina a luglio, e un incontro al Centro anziani di La Storta, dove è stato organizzato un banchetto in suo onore. «Solo per voi farò un brindisi, ma sono astemio», ha rivelato tra risate e applausi.
Nel pomeriggio, la carovana si è spostata al Teatro Valle, che riaprirà nel 2026. «Ci venivo con mia madre, è bello vederlo rinascere», ha commentato l’attore, riflettendo sul rapporto tra pubblico e cultura: «La gente diserta i cinema, ma a teatro continua ad andarci».
A fine giornata, circondato dai figli Giulia e Paolo e dai fratelli Luca e Silvia, Verdone ha tirato le somme: «Ho trovato tanta umanità nelle periferie. Bisogna rispettarle e capirle, senza spocchia. Oggi mi sono commosso fino alle lacrime». Un’emozione che Roma gli ha restituito amplificata, confermando – se mai ce ne fosse stato bisogno – che Carlo Verdone è molto più di un attore: è un pezzo vivente della città.