
Auto, Von der Leyen accelera sulla revisione del bando ai motori termici

L’industria automobilistica europea resta al centro delle strategie politiche di Bruxelles. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, guidando il terzo dialogo strategico con costruttori e società civile, ha annunciato l’anticipo della revisione del bando 2035 sui motori termici. «Il futuro delle automobili e le automobili del futuro devono essere made in Europe», ha dichiarato, sottolineando la necessità di tutelare il settore dalla concorrenza di Cina e Stati Uniti.
Il regolamento europeo prevede lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, con l’obbligo di immatricolare solo veicoli a zero emissioni di CO2. La revisione, inizialmente fissata al 2026, sarà anticipata «il prima possibile», come confermato dal commissario all’Industria Stéphane Séjourné, che ha preannunciato un nuovo testo già entro dicembre 2025. Una mossa attesa dalle case automobilistiche, che chiedono maggiore spazio per le ibride plug-in e per i veicoli a basse emissioni, evidenziando le difficoltà strutturali della transizione: dipendenza dalle batterie asiatiche, carenze nella rete di ricarica e costi elevati di produzione.
Tra le proposte presentate figura la creazione di una categoria di utilitarie “made in Europe” dal prezzo inferiore ai 20.000 euro, per contrastare l’avanzata dei modelli cinesi a basso costo. Bruxelles stanzierà inoltre 18 miliardi di euro per sostenere la produzione di batterie europee e introdurrà nuove regole per limitare l’accesso al mercato comunitario da parte dei costruttori extra-Ue. «Forse non abbiamo ancora trovato tutte le risposte, ma lo spazio delle soluzioni si sta ampliando», ha commentato Ola Källenius, presidente di Acea e CEO di Mercedes-Benz.
Il pacchetto europeo include anche un futuro provvedimento sulle flotte aziendali green, mentre per camion e autobus si punta a una semplificazione dei target ambientali. Al momento, solo il 3,5% delle immatricolazioni di veicoli pesanti riguarda modelli elettrici, frenati dalla scarsa diffusione delle colonnine e da incentivi poco efficaci. Resta in sospeso, invece, il più ampio obiettivo del Green Deal: la riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040, che potrebbe slittare oltre novembre, quando a Belém (Brasile) si terrà la conferenza Onu sul clima.
Con l’accelerazione impressa da Bruxelles, la partita sull’auto del futuro si gioca su due fronti: garantire la transizione ecologica e rafforzare la competitività europea in un mercato globale dominato da tensioni geopolitiche e dalla pressione cinese e americana.