
Arriva la droga che si svapa: è boom di ricoveri tra i giovani inglesi

Colori sgargianti e nomi accattivanti come “cloud” o “dream juice”: dietro le apparenze innocue delle nuove sigarette elettroniche virali su TikTok, Instagram e Snapchat, si nasconde la Spice, una droga sintetica devastante. Commercializzate come un’alternativa “light” al Thc, queste sostanze sono prodotte in laboratorio e vendute a prezzi bassissimi – fino a cinque volte meno della cannabis.
Gli effetti, però, sono tutt’altro che leggeri: convulsioni, allucinazioni, arresti cardiaci, perdita di appetito e svenimenti. I primi casi gravi si sono già verificati nei cortili delle scuole britanniche, con ragazzi di appena 13 anni portati d’urgenza in ospedale. «Spice è nata come droga da carcere. Oggi è nelle scuole», denuncia il professor Chris Pudney dell’Università di Bath.
Un’inchiesta dell’ateneo britannico ha individuato 120 account TikTok e 83 profili Instagram che vendevano boccette di liquido da svapo con consegna a domicilio, come se fossero pizze. Le offerte erano allettanti: “3 per 20 sterline”, emoji colorate e slogan in codice. Secondo lo studio, il 70% dei profili TikTok e oltre il 50% di quelli Instagram che dichiaravano di vendere Thc offrivano in realtà Spice.
I numeri sono allarmanti: oltre 1.900 e-cig sequestrate in 114 scuole inglesi, con il 13% dei dispositivi risultati contaminati da Spice. A Londra e nel Lancashire la percentuale sale al 27%. Non mancano le testimonianze delle famiglie: «Tornava a casa agitata, triste, poi arrabbiata. Quando è svenuta ho capito che rischiava di morire», racconta Sarah, madre di Ella, 15 anni.
Le piattaforme social dichiarano di vietare severamente la vendita di sostanze illegali. Snapchat, ad esempio, sostiene di aver rimosso nel 2024 oltre 2,4 milioni di post legati alla droga e disattivato 516.000 account. Ma i dati mostrano che circa il 70% degli account segnalati è ancora attivo. «Le piattaforme non stanno facendo abbastanza», denuncia la Daniel Spargo-Mabbs Foundation, attiva nell’educazione antidroga.
Il fenomeno non riguarda solo la Gran Bretagna: la Spice sta diventando un problema globale, favorito dall’assenza di controlli sugli acquisti online e dall’attrattiva esercitata dai contenuti virali. L’Ofcom, l’autorità britannica per la sicurezza online, ha avviato indagini su 47 piattaforme e minaccia sanzioni fino a 18 milioni di sterline per chi non rimuove i contenuti illegali. Il timore è che presto il problema possa arrivare anche in Italia, proprio a causa della diffusione social della Spice.
La velocità del mercato digitale rischia di superare quella delle istituzioni. Per molti adolescenti, la droga sintetica che annienta il cervello è oggi più accessibile di un libro di scuola.