
Alzheimer in Italia, un’emergenza sociale e sanitaria da 23 miliardi l’anno

L’Alzheimer rappresenta una delle sfide più complesse per la sanità italiana. Secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), questa forma di demenza si manifesta in modo subdolo, iniziando con piccole dimenticanze fino ad arrivare all’incapacità di riconoscere i familiari e di compiere le attività quotidiane. Colpisce circa il 5% degli over 60 e, considerando anche i caregiver, si stima che il 10% degli italiani sia direttamente coinvolto in questa problematica.
Dai dati dell’Osservatorio delle demenze emerge che i costi annuali della gestione della malattia in Italia ammontano a 23 miliardi di euro, di cui il 63% grava sulle famiglie. Tra spese dirette, assistenziali e indirette, i nuclei colpiti si trovano a sostenere mediamente 1.200 euro al mese, cifra che può salire fino a 1.700 euro per i pazienti ricoverati nelle RSA. Un peso economico che si somma alle difficoltà psicologiche e sociali di chi affronta quotidianamente questa condizione.
Secondo le proiezioni, nel nostro Paese ci sono circa 1,2 milioni di casi di demenza tra gli over 65 e 24.000 casi di demenza giovanile nella fascia d’età 35-64 anni. A questi si aggiungono circa 950.000 persone con Mild Cognitive Impairment (MCI), una condizione che può evolvere in demenza. Le previsioni per il futuro sono allarmanti: come ricordato dalla senatrice Beatrice Lorenzin, entro il 2030 i malati supereranno i 2 milioni, imponendo una revisione dei modelli di assistenza e delle politiche di supporto.
In occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ribadito l’impegno del governo: «Dobbiamo prenderci cura del malato e assicurare supporto a quanti gli sono vicini. Abbiamo avviato azioni concrete, dal rifinanziamento del Fondo per l’Alzheimer e le demenze, al sostegno alla ricerca, fino al potenziamento della telemedicina». La ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha sottolineato l’importanza di garantire servizi adeguati e reti comunitarie solidali, fondamentali per sostenere pazienti e caregiver.
L’Alzheimer, con il suo impatto sanitario, sociale ed economico, si conferma dunque una delle emergenze più gravi e crescenti per la società italiana, richiedendo interventi strutturali e un rafforzamento della rete di servizi sociosanitari integrati.