
Aggressioni al personale sanitario: ormai è un’emergenza

Incompetenza, negligenza, minacce e violenza fisica: la vita quotidiana di medici e infermieri negli ospedali italiani, soprattutto a Roma e dintorni, è diventata un incubo. Le aggressioni sono all’ordine del giorno, con episodi sempre più gravi che mettono a rischio la sicurezza del personale e la qualità dell’assistenza.
Un recente episodio all’ospedale Villa San Pietro sulla Cassia ha visto una madre aggredire una dottoressa, rea di aver refertato un abuso di alcol nella figlia minorenne. Ancora più grave quanto accaduto al San Camillo, dove quattro medici sono stati rinchiusi in una stanza da due uomini che pretendevano documenti riservati. “Non possiamo più lavorare in queste condizioni”, denunciano medici e infermieri dell’ospedale Grassi di Ostia, dopo l’ennesima aggressione. Un uomo in stato di alterazione ha colpito cinque operatori sanitari, richiedendo l’intervento dei carabinieri.
I numeri sono allarmanti: secondo i sindacati, si consumano almeno due aggressioni al giorno per ospedale a Roma. Un quarto degli infermieri che ha subito violenza riporta danni fisici o psicologici, con conseguenze che vanno dal morale ridotto al burnout, fino a disabilità permanenti.
“Un quarto degli infermieri che ha segnalato di aver subito violenza riporta un danno fisico o psicologico causato dall’evento stesso. Il 10,8% dichiara che i danni fisici o psicologici hanno causato disabilità permanenti e modifiche delle responsabilità lavorative o inabilità al lavoro”, commenta Maurizio Zega, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Roma.
Le cause delle aggressioni sono molteplici: tempi di attesa, somministrazione di terapie, richieste di farmaci non necessari. Ma la maggior parte degli episodi avviene durante la comunicazione con i pazienti o i loro familiari.
“È necessario prendere provvedimenti, le Asl devono fare immediatamente denuncia e supportare poi i dipendenti nei passi successivi per evitare che in un momento di carenza di figure si arrivi a un depotenziamento del servizio”, afferma Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma. Le richieste del personale sanitario sono chiare: presidi fissi delle forze dell’ordine negli ospedali, sistemi di videosorveglianza, corsi di autodifesa. Misure necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso.
“Queste violenze devono finire, non smetteremo mai di dirlo a gran voce e di fare tutto il possibile per arginare l’odioso fenomeno”, dichiara Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. La solidarietà dei cittadini non manca, ma servono interventi concreti. La sicurezza del personale sanitario è fondamentale per garantire la qualità dell’assistenza e la tutela della salute di tutti.