
Aggressioni ai medici e operatori sanitari nel Lazio: è emergenza

Nel Lazio, l’emergenza aggressioni nei confronti dei medici e degli operatori sanitari è diventata una questione di crescente preoccupazione. Ogni giorno, almeno cinque professionisti della salute sono vittime di violenze, per lo più nel territorio di Roma e provincia. Questi episodi, che includono sia aggressioni fisiche che verbali, mettono in evidenza un fenomeno che, purtroppo, è in forte aumento. I dati del report dell’Osservatorio sulla Sicurezza delle professioni sanitarie, istituito dal Ministero della Salute, dimostrano l’entità del problema e la necessità di interventi urgenti.
Nel 2024, sono stati registrati 1.156 episodi di violenza a danno degli operatori sanitari, coinvolgendo 1.840 professionisti. Questo segna un incremento del 43% rispetto al 2023 per quanto riguarda gli episodi di violenza e un aumento del 50,9% nel numero di operatori coinvolti. La maggior parte delle vittime sono donne (68%), e il 62,9% degli attacchi ha avuto come obiettivo gli infermieri. Non mancano gli attacchi a medici, psicologi e operatori socio-sanitari (OSS), e anche ai dipendenti degli ambulatori e studi medici. Sebbene le aggressioni negli ospedali siano diminuiti, con una riduzione dal 69% al 54,7%, il pronto soccorso continua ad essere il settore più colpito, con il 41,5% degli attacchi. Tuttavia, i servizi di base, in particolare quelli psichiatrici e delle dipendenze, sono quelli che hanno visto l’aumento maggiore.
Le cause alla base di questa violenza sono molteplici. Pier Luigi Bartoletti, vicesegretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale, sottolinea che molti operatori sanitari non denunciano per paura di ritorsioni. I pazienti, spesso esasperati dai lunghi tempi di attesa, sfogano la loro frustrazione sugli unici professionisti disponibili, ovvero i medici e gli infermieri. In risposta, la Federazione sta promuovendo corsi di psicologia strategica e comunicazione per migliorare la gestione delle situazioni difficili e prevenire aggressioni. Questi corsi mirano a modificare rapidamente la prospettiva del paziente, cercando di spostare l’attenzione dal problema alla soluzione, in modo da ridurre il rischio di violenza.
Le testimonianze di chi lavora ogni giorno in prima linea sono sconvolgenti. Francesco Le Foche, un professore aggredito nell’ottobre del 2023, racconta di essere stato attaccato da un ex pugile che lo accusava di non aver impedito la morte del suo cane. Per fortuna, un poliziotto fuori servizio è riuscito a salvarlo. Questo episodio è solo uno dei tanti casi di violenza che colpiscono i professionisti sanitari, che spesso sono costretti ad affrontare pazienti frustrati e aggressivi senza alcun tipo di protezione. Stefano Barone, segretario provinciale del Nur-Sind Roma, aggiunge che per garantire la sicurezza degli operatori, è fondamentale implementare protocolli di sicurezza, anche con l’uso di bodycam per monitorare gli accessi e le interazioni nel pronto soccorso.
L’aumento delle aggressioni ai danni degli operatori sanitari nel Lazio rappresenta una crisi che va affrontata con urgenza. È fondamentale che le istituzioni intervengano per garantire la sicurezza degli operatori attraverso una maggiore protezione e l’implementazione di misure preventive efficaci. Se il trend di violenza non verrà fermato, rischia di compromettere gravemente non solo la sicurezza degli operatori, ma anche la qualità del servizio sanitario in tutto il Lazio.