
Acilia, nuovo attentato incendiario: esplosione davanti a un’abitazione

Un nuovo attentato incendiario scuote il litorale romano. Ancora una volta lo scenario è Acilia, nel X Municipio, già teatro di gravi episodi criminali nelle scorse settimane. Dopo gli spari contro un’abitazione di via Beduschi il 28 luglio, che ferirono una ragazza di 19 anni estranea ai fatti, e l’esplosione di una bomba carta contro la saracinesca di un forno in via Cesare Maccari, nella notte del 7 settembre un ordigno rudimentale è stato fatto esplodere davanti al portone di un’abitazione in via Giulio Aleni.
L’obiettivo del raid sarebbe stato un 53enne con precedenti di polizia, identificato come S.C. Il boato ha squarciato il silenzio della zona di San Francesco, a poche centinaia di metri da via Beduschi, suscitando panico tra i residenti. «Sembrava una bomba vera, siamo scesi in strada spaventati», raccontano alcuni abitanti della zona. Sul posto sono intervenute le volanti della polizia e gli agenti della Scientifica, che hanno effettuato i primi rilievi alla ricerca di tracce utili alle indagini.
Secondo le prime ipotesi investigative, l’attentato potrebbe essere collegato a una lite avvenuta nei giorni precedenti tra la vittima e un cittadino albanese, riconducibile all’ambito dello spaccio di droga. «S.C. sarebbe stato apertamente minacciato di morte», spiegano gli inquirenti. Alcuni testimoni avrebbero inoltre notato individui sospetti allontanarsi in fretta da via Aleni poco prima dell’esplosione. La polizia sta ora passando al vaglio le immagini delle telecamere pubbliche e private della zona per identificare eventuali veicoli o targhe coinvolte.
Il nuovo episodio conferma la tensione crescente sul litorale romano, dove diversi episodi violenti sembrano riconducibili a regolamenti di conti tra gruppi criminali. L’attacco al forno di via Maccari, su cui indagano i carabinieri, potrebbe anch’esso essere stato un avvertimento a un esponente della criminalità locale. La polizia, intanto, non esclude altre piste e sta scavando anche nel passato di S.C. per ricostruire eventuali legami con il sottobosco criminale della zona.
«Il rischio è che il quartiere finisca in balia di una guerra tra bande, per questo serve un presidio costante delle forze dell’ordine», è il timore espresso da alcuni residenti.