
Latina, 2 bombe carta: nuova guerra criminale per il controllo dello spaccio

Latina è tornata al centro di una guerra criminale che questa volta si combatte a colpi di ordigni esplosivi. In soli quattro mesi si sono registrati quattro episodi, culminati nei due boati del 7 settembre, avvenuti a distanza di poche ore: uno all’alba, nell’atrio di una casa popolare accanto alla parrocchia di Santa Rita, con l’ascensore distrutto e il portone sventrato; l’altro poco dopo mezzanotte, davanti a un’abitazione privata, i cui danni hanno destato allarme tra residenti e forze dell’ordine.
I carabinieri, guidati dal colonnello Antonio De Lise e dal maggiore Paolo Perrone, stanno ricostruendo il puzzle degli attentati, convinti che si tratti di un regolamento di conti per il predominio delle piazze di spaccio. «Questa escalation non è tollerabile», ha dichiarato il procuratore aggiunto Luigia Spinelli, che ha convocato subito una riunione interforze per pianificare indagini rapide e mirate.
Latina conosce bene la ferocia dei conflitti tra bande. Nel 2010 la città fu teatro di una guerra di sangue, con tre omicidi in pochi giorni dopo l’attentato a Carmine Ciarelli, capo dell’omonimo clan alleato con i Di Silvio. La vendetta immediata costò la vita a Massimiliano Moro e, il giorno seguente, a Fabio Buonamano, ucciso con modalità tipiche della camorra.
La geografia criminale del capoluogo pontino è da sempre dominata dalle famiglie rom Ciarelli e Di Silvio, legate ai Casamonica di Roma. Clan capaci di imporre il proprio controllo con intimidazioni e violenze: per anni commercianti e cittadini hanno subito soprusi senza reagire, per paura di ritorsioni. Nei processi, molti testimoni hanno ritrattato le accuse o perso improvvisamente memoria davanti ai giudici.
Secondo le analisi condotte dall’Istituto Mario Negri in collaborazione con l’Istat, il consumo di cocaina a Latina è tra i più alti d’Italia, con un aumento costante negli ultimi tre anni. Una filiera di spaccio da milioni di euro che continua ad attirare vecchi e nuovi gruppi criminali. «Latina è una realtà complessa che denota l’esistenza di interessi criminali rilevanti», ha sottolineato il procuratore Spinelli.
Gli ordigni esplosi hanno già fornito riscontri utili: in via Guido Rossa, il boato ha portato al ritrovamento di armi con matricola abrasa e droga nascosta negli spazi condominiali, un metodo tipico dei quartieri dello spaccio di Roma e Napoli. Il secondo ordigno, invece, era rivolto alla casa di un pregiudicato legato al traffico internazionale di cocaina, già vittima di un agguato nel 2013.
Il prefetto Vittoria Ciaramella ha convocato un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, mentre la Procura accelera per dare risposte concrete a una città che vive nuovamente nell’incubo di una guerra criminale senza fine.