
Rapina con sequestro in gioielleria a Morlupo: ostaggi liberati dai carabinieri
Poteva trasformarsi in una tragedia la rapina con sequestro di persona avvenuta lunedì pomeriggio in una gioielleria di via San Michele, a Morlupo, alle porte della Capitale. Solo il sangue freddo e l’intervento tempestivo dei carabinieri hanno evitato che i rapinatori facessero uso delle armi, due pistole semiautomatiche cariche e perfettamente funzionanti, che avevano con sé al momento dell’assalto.
I protagonisti della vicenda sono tre uomini italiani di 35, 60 e 67 anni, due dei quali con precedenti penali. L’azione è scattata intorno alle 14, quando il terzetto si è presentato all’interno della gioielleria a volto scoperto, fingendosi normale clientela. Il titolare e due dipendenti li hanno fatti entrare senza sospettare nulla, mentre all’interno del negozio erano presenti anche tre clienti. In pochi istanti, però, la situazione è precipitata: i rapinatori hanno estratto le armi e, sotto la minaccia delle pistole, hanno costretto tutti a spostarsi nel retro del locale.
Qui uno dei banditi ha utilizzato del nastro adesivo per immobilizzare clienti e dipendenti, dando vita a un vero e proprio sequestro di persona. Scene drammatiche, cariche di tensione, che si sono consumate nel silenzio della gioielleria. A rompere l’incubo è stata una donna che, accorgendosi di quanto stava accadendo, ha immediatamente allertato le forze dell’ordine.
La chiamata è arrivata alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Bracciano, che ha compreso subito la gravità della segnalazione. In pochi minuti sono state inviate sul posto diverse pattuglie delle stazioni di Castelnuovo di Porto e Rignano Flaminio. L’area attorno alla gioielleria è stata rapidamente cinturata, bloccando ogni possibile via di fuga.
Quando i militari sono arrivati davanti all’esercizio commerciale, hanno avuto chiaro il quadro: ostaggi terrorizzati all’interno e rapinatori armati e pronti a tutto. I carabinieri hanno prima comunicato la loro presenza ai banditi, spiegando che la zona era completamente circondata. Poi hanno intimato ai rapinatori di consentire ai dipendenti di aprire le porte. Sono seguiti attimi di silenzio carichi di tensione, fino al rumore delle serrature che si sbloccavano.
Con estrema cautela, le pattuglie sono entrate nel negozio e hanno ordinato ai tre uomini di gettare le armi e sdraiarsi a terra. L’operazione si è conclusa senza spargimento di sangue: i rapinatori sono stati ammanettati e messi in sicurezza, mentre clienti e dipendenti, ancora sotto choc, sono stati liberati. Solo dopo l’arresto è emerso un dettaglio inquietante: le pistole sequestrate erano cariche e pronte a sparare.
Gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito che, se il colpo fosse andato a segno, il bottino avrebbe potuto raggiungere quasi un milione di euro tra gioielli e pietre preziose. Un particolare che rafforza l’ipotesi che la banda avesse studiato con attenzione l’obiettivo prima di entrare in azione.
Le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto della rapina, compresi i mezzi utilizzati dai tre uomini per arrivare a Morlupo e l’eventuale presenza di complici all’esterno. Intanto, su disposizione del tribunale di Tivoli, per tutti e tre è scattato l’arresto e il trasferimento nel carcere di Regina Coeli. Una vicenda che riaccende l’attenzione sulla sicurezza dei piccoli centri alle porte di Roma, dove anche un normale pomeriggio può trasformarsi, in pochi istanti, in un incubo.