
Edicole del centro a rischio chiusura, scontro sul piano del commercio
Per molte edicole del Centro storico torna l’incubo della chiusura. Con l’approvazione del nuovo piano del commercio da parte del Municipio I, votato ieri in consiglio municipale, riemerge una questione che sembrava avviata verso una soluzione dopo gli impegni assunti dal Campidoglio in vista del futuro bando Bolkestein. E invece, a distanza di otto mesi, i nodi sono tornati al pettine, con decine di chioschi che rischiano di sparire dal tessuto urbano.
La vicenda affonda le radici nel riordino complessivo delle attività commerciali avviato dal Comune. Ad aprile, l’assessore capitolino al Commercio Monica Lucarelli aveva annunciato una memoria di giunta per salvaguardare 48 edicole giudicate in tutto o in parte incompatibili con le nuove regole, spesso per ragioni indipendenti dalla volontà dei titolari, come le modifiche alla conformazione dei marciapiedi. Nel piano municipale approvato ieri, però, si legge che per 18 edicole non sono state individuate soluzioni alternative, mentre per altre 13 è prevista una cosiddetta ottimizzazione, che comporta interventi strutturali a carico degli edicolanti, difficili da sostenere in una fase di forte crisi del settore.
Nel frattempo sono già partite le prime comunicazioni ufficiali. Ai gestori coinvolti stanno arrivando Pec che ribadiscono l’incompatibilità delle postazioni e invitano a presentare, entro 30 giorni, eventuali progetti alternativi di ottimizzazione nel rispetto delle prescrizioni. Un passaggio che però non garantisce alcuna tutela futura, perché viene precisato che l’eventuale approvazione del progetto non assegnerà punteggi aggiuntivi in sede di bando. Il rischio, temono i giornalai, è di investire tempo e risorse per poi perdere comunque la concessione.
La reazione dei sindacati è immediata. «Eravamo rimasti alle rassicurazioni del Campidoglio che si sarebbe andati in deroga, ora invece ci troviamo di nuovo con edicole bollate come incompatibili», attacca Enrico Iannelli del Sinagi, che insieme ad altre sigle ha scritto al sindaco Roberto Gualtieri e alla presidente del Municipio I Lorenza Bonaccorsi. Sulla stessa linea Daniela Pace della UilTucs: «Questo piano tiene aperte alcune edicole che non vendono giornali e ne chiude altre che fanno il loro lavoro onestamente. Siamo pronti a difenderci anche in sede legale».
Il confronto è stato acceso anche all’interno del consiglio municipale. Il numero legale è stato garantito dall’opposizione, mentre una parte della maggioranza si è astenuta. «La scelta deriva proprio dalla questione edicole», spiegano i consiglieri critici, sottolineando come questi chioschi rappresentino un presidio culturale oltre che commerciale. «Bisogna pensare a come sostenerle, non a mettere loro i bastoni tra le ruote».
Dal canto suo, l’assessore municipale al Commercio Jacopo Scatà prova a smorzare i toni. «Rispetto al quadro iniziale abbiamo salvato molte edicole a rischio. I 30 giorni concessi non sono perentori, siamo pronti ad aprire un tavolo», assicura. Ma per molti giornalai del Centro, e per i cittadini che ogni giorno si rivolgono a quei chioschi, l’orizzonte resta incerto. La sensazione diffusa è che, ancora una volta, un pezzo di città rischi di essere sacrificato in nome di un riordino che non convince tutti.