
Barriere architettoniche e taxi accessibili, la battaglia dei disabili a Roma
A Roma muoversi è ancora un privilegio. Per chi vive su una sedia a rotelle, o ha una disabilità motoria, la Capitale resta una città ostile, fatta di ostacoli quotidiani e diritti spesso solo sulla carta. «La verità? A nessuno importa dei disabili. Invece di togliere le barriere architettoniche le aggiungono», dice al Messaggero senza giri di parole Irene Denipoti, delegata per il Lazio del ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli e consulente per strutture alberghiere e locali pubblici sul tema dell’accessibilità.
Denipoti non ha mai preso la metropolitana a Roma. «Impossibile a causa delle barriere architettoniche», spiega. Anche salire su un autobus è un’impresa: «Le pedane spesso non funzionano o sono troppo ripide. E poi chi ti aiuta a salire?». Una prigionia urbana che stride con quanto accade all’estero. «Viaggio moltissimo per lavoro: Londra, Tel Aviv, New York, Los Angeles, Dubai. Lì posso usare mezzi pubblici e taxi senza problemi. Qui invece è tutto difficile».
Per Denipoti non è una questione politica, ma di civiltà. «Qui si parla di umanità, di diritti», sottolinea. Diritti che vengono violati ogni giorno: «Quando i bagni di bar e ristoranti non rispettano le misure previste dalla legge, quando gli hotel non hanno camere accessibili». Lo stesso vale per i taxi. «Le app permettono di scegliere il tipo di auto, ma non di richiedere una vettura con rampa. Se chiami il centralino puoi aspettare ore». Non sempre, poi, il servizio è adeguato e il veicolo è adatto e confortevole per il passeggero.
L’ultima battaglia di Denipoti è al fianco dell’Associazione Mobilità Universale Tassisti di Roma, che riunisce i taxi accessibili con licenza MU, entrati in servizio da maggio dopo il bando di Roma Capitale. «Sulle 200 auto previste, oggi in strada ce ne sono circa 170», spiegano il presidente Marco Torregiani e il vicepresidente Roberto Mattei. Ma le criticità restano numerose.
«Vogliamo un tavolo permanente sul tema, con la partecipazione diretta delle persone con disabilità. Nessuno meglio di noi conosce le nostre esigenze», ribadisce Denipoti. L’associazione propone un confronto stabile tra Comune, commissioni consultive e rappresentanti dei tassisti MU per affrontare i problemi strutturali del servizio.
Tra le richieste principali c’è la creazione di «un canale unificato di prenotazione, con un’app e un numero telefonico unico». Sul piano economico, i tassisti chiedono correttivi chiari: «La maggiorazione per il trasporto delle persone in carrozzina deve essere a carico del Comune, non dell’utente più fragile». Viene inoltre chiesta l’equiparazione dell’Iva al 4% per il servizio MU e contributi per coprire «i costi elevatissimi di allestimento e adattamento dei veicoli».
Le difficoltà si traducono anche in sanzioni. Mattei racconta di aver ricevuto cinque multe in poche settimane per essere entrato nell’area pedonale del Colosseo. «Perché dovrei far fare metri sotto la pioggia a una persona in carrozzina?», chiede. La richiesta è chiara: accesso alle aree pedonali e alle corsie preferenziali per garantire un vero servizio pubblico per i clienti con disabilità.
L’associazione sollecita anche corsi di formazione gratuiti per i tassisti. «Ci possono capitare situazioni molto delicate, dobbiamo essere preparati», aggiunge Torregiani. E ancora: veicoli sostitutivi accessibili in caso di guasto e doppia guida tutto l’anno per aumentare il numero delle corse disponibili.
A sostenere la battaglia c’è anche il consigliere comunale Fabrizio Santori, capogruppo della Lega, che ha scritto all’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè chiedendo interventi urgenti. «Un servizio essenziale – scrive – che incide direttamente sull’accesso alle cure, al lavoro, allo studio e alla vita sociale».
Denipoti chiude con un’amara ironia: «Forse qualcuno non ci crederà, ma anche noi disabili usciamo e ci divertiamo. E abbiamo il diritto di tornare a casa, anche la sera tardi, su un taxi sicuro e adatto a noi». A Roma, però, quel diritto è ancora lontano dall’essere garantito.