
Villa Silvestri Rivaldi verso la rinascita: al via i restauri e le visite nel cantiere
Villa Silvestri Rivaldi, monumento rinascimentale affacciato sui Fori Imperiali, è sempre sembrata un frammento fuori dal tempo, sospesa tra decadenza e splendore come in una veduta di Piranesi. Architetture imponenti, affreschi nascosti sotto secoli di incuria e un’aura di mistero hanno alimentato per decenni la percezione di un luogo magnifico e irraggiungibile. Ora, però, la sua storia potrebbe imboccare finalmente la strada della rinascita. Grazie a un nuovo accordo tra Regione Lazio e Ministero della Cultura, sostenuto dagli esperti dell’Istituto centrale del Restauro e dai fondi del Fsc, il grande progetto di recupero ha ricevuto una decisa accelerazione.
Dal prossimo 8 gennaio sarà possibile entrare nel cuore del cantiere, scoprendo da vicino i lavori in corso grazie a visite guidate prenotabili su Eventbrite. Un’occasione unica per osservare con i propri occhi la magnificenza della Villa, costruita fra il 1542 e il 1549 per volontà di Eurialo Silvestri, funzionario di papa Paolo III Farnese. I suoi ambienti, decorati dai seguaci di Raffaello come Giulio Romano e Perin del Vaga, raccontano un Rinascimento ricchissimo, poi oscurato da secoli di utilizzi diversi, trascuratezza e perfino occupazioni. Negli anni ’70 lì nacque il primo centro sociale di Roma, e nel 2006 Ferzan Ozpetek ne utilizzò gli interni decadenti come set per il film Cuore Sacro.
Oggi, dietro i ponteggi, tornano alla luce scene che sembravano perdute. Nella Sala degli Imperatori stanno emergendo sotto strati di vernici antiche i volti di Tito, Marco Aurelio, Vespasiano e Domiziano, identificati grazie al confronto con monete e medaglie. Sopra di loro, una drammatica scena di battaglia mostra soldati biondi riversi al suolo, forse Galli. Ancora più sorprendente è quanto è riemerso nella Sala delle Divinità: un affresco monumentale raffigurante la Battaglia di Ponte Milvio, pendant ideale delle celebri Stanze di Raffaello. Accanto, Amori di Giove, ratti, allegorie e festoni di frutta restituiscono un catalogo visivo che attraversa secoli e dinastie, dai Medici ai Rivaldi.
Le trasformazioni subite dalla Villa sono parte integrante della sua storia. Nel 1660, con l’arrivo del convento delle Zitelle, molti affreschi vennero coperti. «Da allora gli apparati decorativi sono rimasti nascosti», osserva lo storico dell’arte Gianni Pittiglio. Oggi, però, si riaprono al pubblico e alla ricerca. Nel frattempo, una prima sorpresa è stata annunciata: dal 15 dicembre al 6 gennaio verrà aperto il giardino Belvedere, offrendo un affaccio inedito e straordinario sui Fori Imperiali.
«Restituire la Villa alla comunità è stato uno dei progetti prioritari sin dal mio insediamento. C’è molto lavoro, ma finalmente siamo partiti», ha dichiarato il governatore Francesco Rocca durante un sopralluogo con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e l’assessore regionale Simona Baldassarre. Il futuro potrebbe prevedere un concorso di idee per definire la destinazione d’uso della Villa entro il 2026. C’è chi immagina un museo, chi un centro culturale, chi un luogo di rappresentanza. Per gli addetti ai lavori, la bellezza dell’edificio sembra quasi suggerire che dovrebbe semplicemente raccontare se stesso.
Intanto i restauri proseguono e le aspettative sono altissime. Dopo decenni di silenzio e abbandono, Villa Silvestri Rivaldi si prepara a tornare protagonista della vita culturale di Roma, riportando alla luce un patrimonio che, per troppo tempo, era rimasto nell’ombra.