
Trastevere, le chiudono il locale, la titolare minaccia i poliziotti
A Trastevere, uno storico locale di via San Francesco a Ripa attivo da oltre vent’anni, è stato chiuso per 20 giorni per ordine del Questore di Roma. La misura, accompagnata da una denuncia alla titolare per minacce a pubblico ufficiale, arriva dopo una serie di controlli culminati in un acceso scontro tra la proprietaria e la polizia. La donna, fermamente contraria alle contestazioni mosse dagli agenti, ha chiamato a raccolta i clienti, invitandoli – come riportato nel provvedimento – «alla disobbedienza civile e a resistere contro l’oppressione della polizia». Un comportamento che ha reso necessario l’intervento di rinforzi e l’allontanamento momentaneo del personale Asl inviato per i controlli.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, il locale avrebbe continuato a somministrare alcolici nonostante una precedente disposizione comunale che imponeva lo stop immediato dell’attività. La polizia, una volta ristabilita la calma, ha rilevato una lunga serie di irregolarità: vendita abusiva di alcolici e superalcolici, utilizzo non autorizzato di suolo pubblico, impiego di personale non in regola e carenze igienico-sanitarie, dalla scarsa tracciabilità degli alimenti alle difformità strutturali riscontrate nell’area cucina. Per la titolare è scattata così anche una multa da oltre 18mila euro.
Lei respinge però tutte le accuse e denuncia una persecuzione amministrativa nei confronti del suo locale. «C’è una volontà precisa di scoraggiare chi propone cultura e qualità. Non siamo noi l’esempio della malamovida», afferma. Sostiene che il suo locale sia frequentato da un pubblico adulto e appassionato, ricordando eventi dedicati alla poesia, alla musica, alla stand up comedy. Rivendica inoltre l’appello alla protesta: «Ho invitato alla disobbedienza civile perché siamo esasperati», dice, precisando di aver già regolarizzato due collaboratori e di aver richiesto l’adeguamento della licenza per la vendita di alcolici. Minimizza poi l’accusa di occupazione abusiva: «Si tratta solo di un’Ape car e due tavolini messi fuori per evitare che ci parcheggino davanti alle vetrine».
Nel quartiere, intanto, il provvedimento divide residenti e frequentatori: c’è chi plaude all’intervento della Questura e chi difende il ruolo culturale del locale, attivo da 26 anni. Per ora, però, le serrande restano abbassate.