
Roma, maxi-inchiesta sui noleggi auto usati per furti, rapine e droga
Non era un episodio isolato né un’anomalia. La lunga serie di furti, rapine, consegne di droga e truffe agli anziani compiute con auto prese a noleggio aveva un filo conduttore. Un metodo collaudato, cresciuto negli anni fino a trasformarsi in un vero sistema criminale. Ora su quel modello operativo arriva la prima inchiesta formale, aperta dalla Procura di Roma, che punta a chiarire quanto e in quale misura alcune società di autonoleggio siano state complici o quantomeno consapevoli dell’uso illecito dei veicoli.
Il fascicolo – ancora in fase iniziale – riguarda una manciata di concessionarie già emerse nelle filiere di arresti per droga e furti. Gli investigatori stanno verificando i contratti, i pagamenti e i rapporti con i prestanome che, secondo gli inquirenti, firmavano i documenti per “pulire” l’operazione. Come spiegano fonti investigative, «non si tratta più di episodi isolati, ma di un meccanismo replicato, raffinato e funzionale a diverse consorterie criminali».
Il punto di svolta è emerso con l’indagine dei carabinieri della Compagnia Parioli su una batteria di nomadi domiciliati al campo di via dei Gordiani. Una delle donne del gruppo lavorava proprio in una concessionaria di autonoleggio: gestiva contratti sapendo perfettamente che quelle auto sarebbero state usate per compiere furti e rapine. Per questo è finita ai domiciliari.
Il metodo era lineare ma efficace. La donna prendeva a noleggio vetture di altre società – una Lancia Ypsilon proveniente da un autonoleggio di Torino, ad esempio – utilizzando un prestanome con precedenti. «Il contratto risultava formalmente regolare, ed è questo che rendeva difficile risalire alla filiera», spiegano gli investigatori. L’auto veniva poi usata dal gruppo criminale per muoversi e colpire in diverse zone della Capitale.
Nei documenti dell’inchiesta compaiono anche altre società, tra cui una con sede a Rocca Cencia, dove più volte erano state affittate vetture a soggetti che agivano per conto terzi, talvolta dietro pagamento di un vero e proprio “stipendio”. Una dinamica che ricalca quella delle “rette” pagate a chi custodisce droga ma risulta incensurato.
Il fenomeno, spiegano gli investigatori, si è radicato soprattutto dopo la pandemia. Con il lockdown, lo spaccio si è trasformato: le consegne a domicilio sono esplose e il noleggio auto ha offerto una copertura ideale. In tutta la città gli inquirenti hanno censito almeno 200 piccole società di autonoleggio, spesso a gestione familiare, concentrate tra Tiburtina, Togliatti, Casilino e le zone ai margini dei Castelli Romani.
Il quadro che emerge mostra tariffe bassissime, noleggi da tre a sette giorni e, in alcuni casi, nessun obbligo di carta di credito. Proprio come nel caso della Lamborghini usata dagli “youtuber” di Casal Palocco: pagata in contanti, senza garanzie, permise un uso disinvolto del veicolo fino al tragico incidente in cui morì un bambino.
Le utilitarie restano lo strumento più usato. Alcune società promuovono online noleggi a 15 euro al giorno per una Lancia Ypsilon, l’ideale per raggiungere Roma dalla Campania e mettere in atto truffe agli anziani. E ci sono episodi ben più gravi: come il tentato omicidio del broker Giancarlo Tei. L’attentatore arrivò a Roma dopo aver noleggiato un’auto a Napoli, passando per Genova, per poi dirigersi a Tor Bella Monaca.
Gli inquirenti sono convinti che l’indagine si allargherà e che il sistema dei noleggi rappresenti oggi una delle infrastrutture più utilizzate dalle criminalità emergenti. «È un metodo a basso costo, con alta capacità di mimetizzazione e difficilissimo da tracciare», osservano fonti della Procura.