
Carceri minorili, il boom di reati dei giovani nordafricani
Un’«inusitata esplosione di violenza» tra i giovanissimi, cresciuta in modo evidente dalla fine della pandemia, sta mettendo sotto pressione il sistema penale minorile. A lanciare l’allarme è il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che parla di un fenomeno in rapido peggioramento, alimentato anche dall’arrivo di un numero sempre maggiore di minori stranieri non accompagnati. Ragazzi provenienti soprattutto dal Nord Africa, spesso senza famiglia, talvolta poli-assuntori di sostanze stupefacenti e con traumi profondi alle spalle. Secondo il Guardasigilli oggi quasi un detenuto su due, tra gli under 18, rientra in questa categoria.
La pressione crescente sulle strutture minorili italiane è confermata dall’ultimo rapporto di Antigone: 8 istituti penali su 17 risultano sovraffollati. Un’emergenza che il governo intende affrontare con un piano mirato, illustrato nella risposta di Nordio a un’interrogazione parlamentare del deputato Fabrizio Benzoni. L’obiettivo è ampliare la capacità ricettiva e migliorare le condizioni degli Ipm, senza però rinunciare alla funzione rieducativa della pena. «Non c’è alcuna logica carcerocentrica», assicura il ministro, «ma la necessità di offrire ambienti adeguati a un percorso risocializzante».
Il progetto prevede l’apertura di quattro nuovi istituti penali minorili e l’ammodernamento di altre cinque strutture già operative. L’investimento complessivo supera i 20 milioni di euro e punta a creare 232 nuovi posti disponibili lungo tutta la Penisola. L’Aquila ha inaugurato il nuovo centro il 27 ottobre, con 28 posti e 30 agenti dedicati. Lecce entrerà in funzione entro fine novembre con 27 posti e 21 agenti. A Rovigo i lavori sono in fase di completamento: 22 posti più otto a custodia attenuata saranno pronti tra fine anno e inizio 2026. Infine, Santa Maria Capua Vetere ospiterà una struttura da 50 posti.
Parallelamente, proseguono gli interventi di ampliamento. A Roma, l’Ipm di Casal del Marmo arriverà a 18 posti aggiuntivi. Quartucciu, a Cagliari, potrà contare su 14 nuovi posti detentivi, due per la semilibertà e 11 per la custodia attenuata. A Firenze si sta per concludere un lavoro iniziato nel 2010 che porterà a un incremento di 12 posti. A Nisida, Napoli, il completamento è atteso per il 2027, con 19 posti a regime. Infine Torino, dove la rifunzionalizzazione delle ex sezioni detentive aumenterà la capienza a 21 unità.
Nordio respinge l’idea che il decreto Caivano del 2023 – che ha ampliato i casi in cui è possibile ricorrere alla custodia cautelare per i minori – sia la causa del sovraffollamento. «Le concause affondano le radici in epoche non recenti», sostiene, rivendicando che il provvedimento abbia semplicemente «potenziato gli strumenti a disposizione della magistratura minorile». Il fenomeno, ribadisce il ministro, nasce da un contesto sociale radicalmente mutato nel post-pandemia: «Una violenza efferata, talvolta intra-familiare, che non si registrava da tempo».
Il governo punta dunque su nuove strutture e più spazi, convinto che solo un ambiente adeguato possa favorire percorsi educativi efficaci. Per Nordio, «maggiori e più adeguati spazi consentono di ottenere risultati rieducativi ben più pregnanti». Una strategia che prova a rispondere a un’emergenza ormai strutturale, con l’obiettivo di tenere insieme sicurezza, prevenzione e tutela dei minori coinvolti.