
Roma, task force di pronto intervento per i monumenti
Dopo mesi di revisioni, rinvii e approfondimenti tecnici, il servizio di pronto intervento sui monumenti della Capitale è finalmente vicino alla sua definizione. La gara, bloccata la scorsa estate dall’Autorità anticorruzione e completamente riscritta dalla Sovrintendenza capitolina, entra ora nella fase conclusiva: martedì 25 si riunirà la commissione incaricata di valutare le offerte. Se non emergeranno ulteriori criticità, l’appalto potrà essere assegnato, aprendo la strada a un sistema più rapido ed efficiente per tutelare il patrimonio archeologico e artistico dell’Urbe.
Il servizio nasce dall’esigenza di dotare la Capitale di una struttura di intervento immediato, capace di agire in modo tempestivo su monumenti e siti culturali in caso di danneggiamenti, cedimenti, vandalismi o urgenze generate dagli agenti atmosferici. L’accordo quadro avrà durata triennale e coprirà una rete estesa su tutto il territorio romano, articolata in tre lotti: il colle capitolino, il centro storico e il suburbio. I lavori previsti comprendono puliture, stuccature, consolidamenti, ancoraggi e operazioni delicate finalizzate a mantenere in sicurezza strutture che rappresentano secoli di storia e arte. L’importo complessivo stanziato dal Campidoglio sfiora i 7,2 milioni di euro, risorse che serviranno non solo a realizzare gli interventi ma anche a garantire standard elevati nella scelta dei materiali, nella tracciabilità delle forniture e nella compatibilità con i manufatti originali.
Il capitolato parla chiaro: ogni impresa selezionata dovrà dimostrare competenze specialistiche, rapidità operativa e la capacità di svolgere analisi preventive sullo stato di conservazione delle opere. È prevista la possibilità per la direzione dei lavori di richiedere certificazioni, analisi di laboratorio e controlli sui materiali utilizzati. Obiettivo: un sistema di manutenzione ordinaria e straordinaria che privilegi la qualità, eviti interventi invasivi e assicuri la continuità della tutela. «L’obiettivo è intervenire subito, con procedure certe e materiali adeguati, per preservare beni che non possono aspettare», spiegano fonti tecniche della Sovrintendenza.
Non è stato un percorso semplice. A luglio l’Anac aveva criticato alcuni criteri del bando definendoli «illogici e irragionevoli», un giudizio che pur non avendo valore vincolante ha spinto Roma Capitale a sospendere tutto e ricominciare il lavoro. Il nuovo testo recepisce integralmente le osservazioni dell’Autorità, garantendo maggiore chiarezza e criteri di partecipazione più lineari. La riscrittura ha comportato un ritardo di diversi mesi, ma rappresenta un passaggio fondamentale per evitare contenziosi e accelerare l’assegnazione definitiva.
Ora la gara entra nella sua ultima curva. Con la valutazione delle offerte e l’eventuale aggiudicazione, il sistema di pronto intervento sui monumenti potrà finalmente diventare operativo, offrendo a Roma uno strumento indispensabile per proteggere un patrimonio unico al mondo. Una rete di interventi rapidi che, in una città esposta quotidianamente a usura, traffico, eventi climatici e milioni di visitatori, può fare la differenza tra un danno temporaneo e una perdita irreversibile.