
Lo sballo low cost col protossido: gravi rischi per la salute
Una nuova minaccia corre nei corridoi dei supermercati e nelle pagine del web: il gas esilarante, il protossido di azoto usato per montare la panna, è diventato la sostanza low cost con cui molti adolescenti cercano lo sballo. Capsule usa e getta, palloncini gonfiati in pochi secondi, risate incontrollabili e sensazioni di leggerezza che durano appena un paio di minuti. Costa poco, si acquista online senza ostacoli ed è completamente legale. È proprio questa combinazione a renderlo così pericoloso: la percezione diffusa che si tratti di un gioco innocuo. «È solo un palloncino. Un attimo di euforia. Poi il buio», avverte il sindaco di Pandino Piergiacomo Bonaventi, da mesi impegnato in una campagna di sensibilizzazione dopo i primi rinvenimenti di bombolette e capsule nei luoghi frequentati dai ragazzi.
L’allarme è stato rilanciato anche dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, che nel report 2025 ha evidenziato come il consumo ricreativo del protossido di azoto possa provocare «avvelenamenti, ustioni, lesioni polmonari e, nei casi di esposizione prolungata, neurotossicità». L’inalazione diretta dalle bombole può infatti causare ustioni da congelamento a causa delle basse temperature del gas in uscita, mentre in spazi chiusi aumenta il rischio di svenimenti e asfissia. Nei consumatori abituali gli effetti diventano ancora più seri: l’interferenza con la vitamina B12 può generare neuropatie, perdita di sensibilità e danni al midollo spinale, con difficoltà di movimento alle gambe. «Il protossido di azoto si presenta come un gioco, ma spegne i neuroni e inganna la mente», insiste Bonaventi.
In Italia mancano dati ufficiali sulla diffusione del fenomeno, ma il CreMonese è stato uno dei primi territori a intervenire dopo aver trovato interi sacchetti di bombolette usate nei parchi e vicino alle scuole. Anche Attilio Galmozzi, presidente del consiglio comunale di Crema ed ex medico di pronto soccorso, ha realizzato un video informativo per avvertire gli studenti dei pericoli legati all’inalazione della sostanza. Un’iniziativa nata osservando ciò che accade nel resto d’Europa, dove alcuni Paesi hanno già introdotto misure restrittive: Francia, Portogallo, Svezia e diversi lander tedeschi ne vietano la vendita ai minori.
I numeri, del resto, parlano chiaro. In Francia il 14% dei giovani tra i 18 e i 29 anni ha provato il gas almeno una volta. Nei Paesi Bassi la percentuale sale al 35% tra gli under 35 che frequentano locali e nightlife, mentre nel Regno Unito l’ha inalato l’8,7% dei giovani dai 16 ai 24 anni. Il segnale più evidente, però, si trova spesso nei cestini della spazzatura: palloncini colorati e bombolette vuote, la versione distorta e inquietante di un compleanno. Un fenomeno in crescita che chiama in causa famiglie, scuole, istituzioni e forze dell’ordine, perché la droga del palloncino, per quanto economica e accessibile, può lasciare segni profondi e permanenti.