
Abusivismo edilizio: 75 milioni per finanziare le demolizioni
Il fondo rotativo che permette ai Comuni di ottenere risorse per demolire immobili abusivi è arrivato al limite. Le richieste sono troppe, i soldi pochi. Così deputati e senatori stanno lavorando per aumentare la capienza del fondo da 50 a 75 milioni di euro, garantendo liquidità agli enti locali impegnati nella lotta contro l’illegalità urbanistica. Attualmente, infatti, Cassa Depositi e Prestiti — la società del Tesoro che gestisce il fondo — non può più soddisfare le domande arrivate: una trentina di richieste di anticipazione, per un totale superiore ai due milioni di euro, sono ferme e in attesa di risposta.
Il meccanismo del fondo è semplice solo in teoria. Cdp anticipa il denaro ai Comuni, che poi dovrebbero restituirlo entro sessanta giorni dal recupero delle somme dovute dai responsabili degli abusi, e comunque entro cinque anni dalla concessione dell’anticipazione. In questo modo la dotazione si rigenera costantemente, permettendo nuovi interventi. Ma la pratica è molto diversa: il recupero delle somme è spesso complicato e i tempi di restituzione si allungano, rallentando la capacità del fondo di tornare operativo.
Grazie alle iniziative parlamentari, l’obiettivo è consentire a Cdp di utilizzare ulteriori 25 milioni attingendo alle proprie riserve, offrendo così ossigeno ai Comuni che stanno aspettando le risorse per procedere con demolizioni già programmate.
Il potenziamento del fondo avanza su un doppio binario: da un lato gli emendamenti alla legge di Bilancio in discussione al Senato, dall’altro alcune proposte di modifica al decreto Anticipi presentate alla Camera. L’obiettivo dichiarato è agevolare gli interventi giudiziari, finanziando l’abbattimento delle opere per cui esiste già un ordine di demolizione, e migliorare la tutela del territorio in aree particolarmente colpite dall’abusivismo.
Accanto a questa misura, rientra nella manovra anche un emendamento che riapre il capitolo della sanatoria edilizia varata nel 2003 dal governo Berlusconi. Il correttivo, sostenuto da Fratelli d’Italia, replica una proposta di legge presentata alla Camera lo scorso marzo e si rivolge in particolare ai casi rimasti irrisolti in Campania per ritardi applicativi dell’epoca. «Con questo emendamento puntiamo alla riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, e a rafforzare la repressione dell’abusivismo edilizio», afferma il senatore Antonio Iannone, precisando che restano esclusi dalla regolarizzazione gli immobili costruiti in aree vietate.
Una partita complessa, che intreccia legalità, risorse economiche e gestione del territorio, e che nelle prossime settimane entrerà nel vivo della discussione parlamentare.