
Roma, Climate Pride: il 15 novembre la marcia per la giustizia climatica
Roma si prepara ad accogliere la seconda edizione del Climate Pride, la grande manifestazione nazionale dedicata alla giustizia climatica e sociale, che si terrà venerdì 15 novembre con partenza alle ore 14 da piazzale Aldo Moro. L’evento, promosso da una rete di oltre settanta associazioni, movimenti e collettivi, si inserisce nel calendario internazionale di mobilitazioni legate alla Cop30, la conferenza delle Nazioni Unite che si terrà in Brasile nel 2025, e punta a rilanciare il dibattito su clima, biodiversità e transizione ecologica giusta.
Secondo gli organizzatori, il Climate Pride rappresenta “una manifestazione simbolica e concreta del bisogno di un cambiamento radicale, equo e sostenibile, con un approccio intersezionale, transfemminista e anticoloniale”. L’obiettivo è quello di costruire una giusta transizione che unisca protezione ambientale, diritti dei lavoratori e sviluppo equo, garantendo occupazione di qualità e sostenibilità nel rispetto dei diritti fondamentali.
Il corteo, colorato e inclusivo, attraverserà le vie della Capitale con performance artistiche, musica e installazioni dedicate alla “resilienza della natura e delle comunità che si battono per un futuro sostenibile”. Simboli, maschere e rappresentazioni creative racconteranno la possibilità di uno stile di vita compatibile con il pianeta, richiamando l’attenzione sulla necessità di abbandonare il modello fossile ed estrattivista che alimenta crisi climatiche, guerre e disuguaglianze.
Il documento diffuso dai promotori sottolinea come l’attuale equilibrio geopolitico sia “caratterizzato da una drammatica interconnessione tra crisi ambientali, conflitti globali e ingiustizie sociali”. Il modello economico basato sull’uso dei combustibili fossili, si legge nella nota, “alimenta disuguaglianze, guerre e devastazione ambientale”. Un nesso diretto che unisce riarmo, industria fossile e logiche coloniali, due facce della stessa dinamica “finalizzata a proteggere profitti privati a discapito di popoli, territori ed ecosistemi”.
Il Climate Pride vuole anche essere un richiamo alla pace e alla libertà di protesta, denunciando la criminalizzazione del dissenso e sostenendo i diritti delle popolazioni originarie, delle lavoratrici e dei lavoratori. “La tutela della salute, la giustizia climatica e il benessere sociale sono interconnessi – spiegano gli organizzatori – e richiedono politiche di responsabilità verso chi inquina, strategie di bonifica e riconversione dei territori contaminati”.
Il corteo romano arriva in un momento cruciale per la mobilitazione globale, con la società civile che chiede scelte politiche coraggiose e un cambio di rotta netto rispetto a un sistema economico che lega crisi ambientali, conflitti e sfruttamento. Da Roma a Belém, dove si terrà la Cop30, il Climate Pride vuole far sentire la propria voce: un grido collettivo per il pianeta, per la pace e per un futuro più giusto e sostenibile.