
Torre dei Conti, indagine su eventuali norme per la sicurezza violate
Una relazione di sicurezza potrebbe rivelarsi decisiva nell’inchiesta sul crollo della Torre dei Conti, avvenuto lunedì scorso a Roma e costato la vita a un operaio, con altri tre feriti. Nel documento datato 8 agosto 2023, l’architetto Chiara Rullo, coordinatrice della sicurezza, prescriveva chiaramente che l’edificio dovesse essere “messo in sicurezza prima dell’inizio dei lavori tramite un ponteggio a tubi e giunti installato su tutte le facciate”. Ma quel ponteggio, osservando oggi la torre medievale affacciata sui Fori Imperiali, non c’è.
Il testo sottolineava che la struttura di sostegno avrebbe dovuto assicurare “la sicurezza contro il rischio di ribaltamenti e cedimenti della struttura” e che durante i lavori sarebbero dovuti essere realizzati puntellamenti dei solai. Gli investigatori della Procura di Roma, che procede per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose, stanno ora verificando se almeno queste opere preliminari siano state effettuate.
Il cantiere, affidato a un raggruppamento temporaneo di imprese, era stato avviato il 19 giugno 2024 per un primo lotto da oltre 4 milioni di euro, su un appalto complessivo da 6,9 milioni, finanziato con fondi Pnrr. L’obiettivo era riaprire entro giugno 2026 una caffetteria e il terrazzo panoramico. In una commissione capitolina dello scorso febbraio, il responsabile unico del procedimento, Federico Gigli, aveva ribadito la necessità di rispettare la scadenza, sottolineando la delicatezza del restauro.
La relazione dell’agosto 2023 includeva anche un’altra prescrizione importante: durante le demolizioni e l’apertura dei varchi interni, in particolare nella cripta degli Arditi, andava effettuato un monitoraggio strumentale continuo dello stato della struttura per rilevare eventuali cedimenti. Secondo quanto trapelato, anche questi controlli non sarebbero stati eseguiti regolarmente. Il capogruppo della Lega in Campidoglio, Fabrizio Santori, ha già annunciato un’interrogazione per chiarire “le motivazioni che avrebbero portato alla mancata continuità del monitoraggio strutturale”.
Le carte tecniche descrivono un edificio fragile e instabile, la cui sicurezza richiedeva cautele eccezionali. “Il monumento presenta gravi carenze strutturali e degrado diffuso – si legge nella relazione –. Sono evidenti la perdita di solidità delle murature, la mancanza di ammorsature tra i muri e la scarsa resistenza dei solai, che mostrano ancora fenomeni di dissesto nonostante precedenti interventi di consolidamento”.
La Torre dei Conti, costruita nel 1238 e modificata più volte nei secoli, era stata suddivisa nell’Ottocento in appartamenti mediante l’inserimento di cinque solai, poi dichiarati strutturalmente pericolosi. L’idea del progetto di restauro era di demolire quei solai pesanti e sostituirli con tre livelli più leggeri, per alleggerire il carico sulle mura medievali.
Gli inquirenti, coordinati dai pm Mario Dovinola e Fabio Santoni, stanno ora accertando se l’assenza di ponteggi e puntellature possa aver contribuito al crollo e se siano state ignorate o sottovalutate le prescrizioni contenute nei documenti di sicurezza. Sul tavolo anche la questione delle responsabilità tra Sovrintendenza capitolina, direzione dei lavori e ditte esecutrici.
Il fascicolo include già numerosi rilievi, foto e verbali raccolti dai carabinieri del Nucleo investigativo e dall’Ispettorato del lavoro. La Procura valuterà presto eventuali iscrizioni nel registro degli indagati, mentre gli accertamenti proseguono anche sugli edifici vicini alla Torre, per escludere rischi di ulteriori cedimenti.
M.M.