
Rientrano le occupazioni a Roma, ma il Righi resta sotto controllo del collettivo
Le proteste nelle scuole romane sembrano avviarsi verso una fase di rientro. Da domani, infatti, gli studenti dei licei Virgilio, Tasso e Manara torneranno regolarmente in classe dopo giorni di occupazione, mentre resta ancora sotto la gestione del collettivo il liceo scientifico Righi di via Campania. La decisione di liberare gli edifici è arrivata al termine di un periodo di tensioni e trattative interne, in un contesto che ha visto oltre venti istituti coinvolti nelle proteste di quest’autunno.
Al Manara, dove l’occupazione era iniziata il 20 ottobre, la didattica riprenderà dopo la conclusione delle operazioni di pulizia e igienizzazione. Il dirigente scolastico Pietro Pastorello ha parlato di un episodio che ha penalizzato «gli alunni più fragili», annunciando la valutazione dei danni materiali e la possibilità di addebitarli agli studenti occupanti. Secondo una prima ricognizione, la scuola è stata imbrattata con scritte sui muri, arredi danneggiati e una porta rotta, ma le attività potranno riprendere senza ritardi.
Situazione analoga al liceo Virgilio, dove l’occupazione è durata solo tre giorni contro le due settimane del 2024. L’istituto, rimasto chiuso per consentire il ripristino degli ambienti, tornerà operativo lunedì. La dirigente ha ricevuto la lista con le firme degli studenti partecipanti e ha annunciato una relazione ufficiale sullo stato dei locali. Al Tasso, invece, l’occupazione si è conclusa ieri dopo undici giorni di stop. La preside Gemma Stornelli, che aveva tentato più volte un dialogo con gli studenti, ha ricevuto la solidarietà del collegio docenti, che in una mozione ha condannato l’interruzione delle lezioni e la cancellazione della giornata di dialogo sul conflitto in Palestina prevista per il 24 ottobre. «Un’iniziativa di grande valore culturale e civile – si legge nel documento – vanificata dal perdurare dell’occupazione».
Diversa la situazione al liceo Righi, dove l’occupazione continua. L’istituto, che aveva in programma un incontro pubblico sulle “Prospettive di pace per Gaza”, ha visto il dibattito saltare dopo le polemiche politiche legate all’evento e la decisione del collettivo Ludus di proseguire la mobilitazione. All’interno della scuola si svolgono assemblee e serate riservate agli studenti interni, mentre per gli esterni l’accesso è consentito solo con documento e garante. «Nei prossimi giorni organizzeremo altre serate, cercando di far entrare tutti», ha dichiarato il collettivo.
Le occupazioni, partite già a fine settembre in solidarietà con la Global Sumud Flotilla, si sono poi intrecciate con temi sociali e politici legati alla guerra a Gaza e alla gestione degli spazi scolastici. Anche se alcune scuole hanno già ripreso le attività, il fenomeno resta diffuso e in evoluzione, con dirigenti e docenti impegnati a ristabilire il diritto allo studio della maggioranza degli studenti non interessata alle occupazioni.