
Vertice Ue a Bruxelles, Zelensky chiede a Meloni di mediare con Trump
A Bruxelles, al margine del Consiglio europeo, la guerra in Ucraina torna al centro dei colloqui. Volodymyr Zelensky ha incontrato ieri Giorgia Meloni, chiedendole un aiuto speciale: sfruttare il suo rapporto privilegiato con Donald Trump per convincere Washington a mantenere il sostegno militare a Kiev. «Parla con lui», le avrebbe detto il presidente ucraino durante il bilaterale, un invito diretto a usare il canale di fiducia che la premier italiana ha costruito con il tycoon americano.
Il vertice europeo si è svolto in un momento di rinnovata tensione tra Kiev e Washington, ma anche di segnali inattesi dagli Stati Uniti: nuove sanzioni contro la Russia, mirate a colpire colossi energetici come Rosneft e Lukoil. Una mossa che ha sorpreso i presenti a Bruxelles, mentre l’Unione europea approvava il 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca. Zelensky spera che la linea dura americana possa ora estendersi anche al fronte militare. «Non abbiamo ancora i Tomahawk», ha detto in conferenza stampa, lasciando intendere che qualche spiraglio per nuovi invii di armi potrebbe aprirsi, anche grazie alla mediazione di Roma.
Nel colloquio tra Meloni e Zelensky è stato affrontato anche il tema dell’uso dei beni russi congelati in Europa, un fondo potenziale da 140 miliardi di euro che Kiev vorrebbe impiegare per la ricostruzione. La premier italiana, pur ribadendo il pieno sostegno al popolo ucraino, ha espresso cautela: «Serve rispettare il diritto internazionale e il principio di legalità». Meloni teme che un utilizzo affrettato dei fondi possa trasformarsi in un boomerang giuridico, con il rischio di cause legali da parte del Cremlino e contraccolpi sui mercati. Non a caso, l’Italia è tra i Paesi che hanno chiesto alla Banca centrale europea un parere ufficiale sulla questione.
Roma teme anche ritorsioni economiche contro le aziende italiane ancora attive in Russia: delle 500 imprese presenti prima dell’invasione del 2022, ne restano soltanto 270. Una perdita pesante che spinge il governo a mantenere prudenza. Tuttavia, la premier ha assicurato al leader ucraino che l’Italia continuerà a fornire assistenza civile e umanitaria, in particolare per le infrastrutture energetiche colpite dai raid russi. «Non vi lasceremo al freddo e al buio», avrebbe garantito Meloni.
A Bruxelles, il bilancio della premier è positivo. In mattinata ha partecipato alla riunione informale sui flussi migratori, rilanciando il regolamento sui rimpatri e la lista dei Paesi sicuri, strumenti che potrebbero rafforzare la cooperazione con l’Albania e snellire la gestione dei flussi. Poi l’incontro con Ursula von der Leyen, con cui ha discusso di competitività e politiche green. Proprio su questo fronte, Meloni ha ottenuto un risultato significativo: nelle conclusioni del vertice è stato inserito un riferimento esplicito alla neutralità tecnologica, concetto caro all’Italia e alla Germania, che apre una crepa nel dogma dell’auto solo elettrica.
Nel summit, ampio spazio anche alla difesa europea, con l’Italia pronta a collaborare su tutte le nove macroaree individuate nella roadmap Ue, dai droni ai missili, fino alla mobilità militare. Come sottolineano fonti diplomatiche, «il ministero della Difesa ha già avviato contatti con gli altri Paesi per coordinare le prossime mosse».