
Roma, non si ferma l’ondata di occupazioni: 19 istituti coinvolti

Prosegue a Roma la stagione delle occupazioni scolastiche, con un bilancio che tocca ormai 19 istituti coinvolti. Nella notte di lunedì, anche il liceo Pilo Albertelli all’Esquilino e il Virgilio di via Giulia hanno aderito alla protesta, riaccendendo tensioni e vecchie fratture tra studenti e dirigenti scolastici. Le richieste dei giovani spaziano dalla sicurezza negli edifici alla solidarietà internazionale per Gaza, ma il confronto con le scuole si sta trasformando in un vero braccio di ferro fatto di comunicati, denunce e richieste di sgombero.
Al Virgilio, teatro di accese polemiche già lo scorso anno, la dirigente Isabella Palagi ha denunciato in una nota ufficiale il danneggiamento dell’allarme e l’accesso non autorizzato degli studenti a “aree sensibili”, come la segreteria contenente documenti riservati anche di natura sanitaria. «Tra i pochi occupanti sembrano esserci anche adulti», ha aggiunto la preside. Gli studenti, però, smentiscono con forza: «Non c’erano adulti, non abbiamo danneggiato nulla. Abbiamo solo oscurato temporaneamente le telecamere e controllato che nella segreteria non ci fossero pericoli per nessuno».
Il clima al Virgilio resta teso, dopo che nel 2024 la preside aveva risposto a un’analoga occupazione organizzando un “contro sit-in” in piazza Santi Apostoli, invitando genitori e docenti a manifestare contro la protesta. L’iniziativa, allora, aveva ricevuto l’appoggio del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ma il gesto aveva lasciato profonde divisioni. Dopo la fine dell’occupazione, il conto dei danni era stato salato: 60mila euro tra impianti elettrici e sistemi di sicurezza compromessi, con 14 studenti sospesi fino a 20 giorni.
Anche al liceo Tasso di via Sicilia, occupato dal 15 ottobre, la situazione è arrivata a un punto di rottura. La dirigente Gemma Stornelli aveva proposto agli studenti di terminare la mobilitazione entro il 19 ottobre per consentire lo svolgimento di una grande assemblea fissata per il 24 insieme al vicino liceo Righi, dedicata al tema “Pace e prospettive per Gaza”.
Gli studenti hanno però deciso di restare all’interno dell’edificio, sostenendo che non fosse possibile liberare gli spazi prima di martedì. Di fronte alla mancata mediazione, la preside ha annullato l’assemblea e richiesto formalmente lo sgombero, sottolineando che «il comportamento degli studenti coinvolti nella violazione della legalità sarà valutato secondo il Regolamento di Istituto». Intanto, è terminata dopo nove giorni l’occupazione del liceo Newton, dove le lezioni sono riprese regolarmente.
Le proteste arrivano in un momento già critico per l’edilizia scolastica romana. Dopo il crollo del controsoffitto nella succursale dell’Istituto Piaget-Diaz di via Diana — dove le lezioni riprenderanno giovedì 23 ottobre — ieri è stato segnalato un nuovo episodio al liceo Dante Alighieri, dove un frammento di intonaco si è staccato dal soffitto, rischiando di colpire uno studente. I Giovani Democratici hanno denunciato l’accaduto parlando di “un ennesimo campanello d’allarme sulla sicurezza degli edifici scolastici della Capitale”.
Mentre cresce la tensione tra presidi e studenti, Roma si trova così ad affrontare una doppia emergenza: quella della protesta studentesca e quella, più silenziosa ma altrettanto urgente, delle scuole che cadono a pezzi.