
Allarme drunkoressia e binge drinking: l’alcol diventa una sfida pericolosa

Una bevuta per sentirsi parte del gruppo, una cena saltata per non ingrassare, un bicchiere di troppo per non compromettere la linea: l’alcol diventa una sfida quotidiana e distruttiva tra i giovanissimi. In Italia, tra le nuove generazioni, cresce un fenomeno doppio e pericoloso: da un lato il binge drinking, l’“abbuffata alcolica” consumata in poche ore, dall’altro la drunkoressia, la pratica di saltare i pasti per “risparmiare” calorie da spendere in alcol. Due comportamenti opposti ma complementari, che si diffondono con allarmante rapidità tra adolescenti e universitari, fino a trasformarsi in uno stile di vita.
I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) mostrano un quadro preoccupante: 1,37 milioni di giovani tra 11 e 25 anni adottano modalità di consumo alcolico a rischio. Di questi, 615.000 sono minorenni – il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine. Nel 2023, il 10,2% dei ragazzi e il 6,3% delle ragazze tra 11 e 24 anni ha praticato binge drinking, soprattutto nei weekend.
Anche tra gli adulti il fenomeno non è marginale: 4,13 milioni di italiani hanno ammesso di aver bevuto almeno una volta con l’intento di ubriacarsi, con picchi tra i 18 e i 24 anni.
Ma se il binge drinking è ormai noto, la drunkoressia rappresenta una nuova e inquietante deriva. Nata dall’unione dei termini drunk e anorexia, descrive un comportamento che unisce restrizione alimentare e abuso di alcol. Sempre più diffusa sui social, spinge molti giovani a saltare i pasti per “massimizzare” l’effetto delle bevande, con conseguenze devastanti per l’organismo.
Bere a stomaco vuoto accelera l’assorbimento dell’alcol nel sangue, amplificando tossicità e danni neurologici. I pediatri della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) avvertono: l’alcol non è più un diversivo del weekend, ma un sintomo di disagio sociale e personale. Sotto effetto dell’alcol, i giovani diventano più vulnerabili, trascurano protezioni nei rapporti sessuali e aumentano i rischi di gravidanze indesiderate e infezioni sessualmente trasmesse (IST).
La drunkoressia, pur non essendo riconosciuta ufficialmente nel DSM-5, è oggetto di crescente attenzione scientifica. Gli specialisti la definiscono un comportamento ibrido tra disturbo alimentare e abuso di sostanze: chi la pratica alterna digiuni, esercizio fisico estremo, vomito autoindotto e consumo eccessivo di alcol in poco tempo. I danni sono multipli: malnutrizione, gastriti, disordini ormonali, scompensi metabolici e neurologici.
I social network, da TikTok a Instagram, fungono da amplificatori. Tra post, sfide e gruppi chiusi, si diffondono consigli estremi come «non mangio tutto il giorno, così mi basta uno spritz» o «gin e acqua tonica, zero zuccheri». In alcuni casi, i ragazzi arrivano a sperimentare “blackout controllati” o bevute veloci “a testa bassa” per sentirsi leggeri, riducendo il rischio percepito e aumentando quello reale.
Al Festival della Salute 2025, gli esperti hanno lanciato un appello: «Non serve allarmismo, serve conoscenza». Servono campagne di prevenzione nelle scuole, educazione all’uso consapevole dell’alcol e strumenti di supporto psicologico per contrastare quella che rischia di diventare una nuova emergenza sociale.