
Roma, allarme edicole: 54 nel centro storico a rischio chiusura

Il cuore di Roma rischia di perdere uno dei suoi simboli più riconoscibili: 54 edicole del centro storico potrebbero chiudere i battenti nelle prossime settimane. È quanto emerso dall’audizione congiunta delle commissioni Vigilanza sul pluralismo dell’informazione e Attività produttive del Consiglio regionale del Lazio, dedicate alla crisi strutturale delle edicole nella Capitale.
Le difficoltà non riguardano solo la contrazione del mercato editoriale, ma anche problemi normativi e amministrativi che aggravano la situazione. I rappresentanti sindacali Renato Panzera (Snag Confcommercio), Enrico Iannelli (Sinagi) e Daniela Pace (Uiltucs) hanno individuato due principali criticità: la possibile inclusione delle edicole nella direttiva Bolkestein, che comporterebbe l’obbligo di bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni, e un’interpretazione restrittiva del Codice della Strada da parte del Comune di Roma, che metterebbe a rischio oltre la metà delle edicole nel centro storico.
I sindacati chiedono alla Regione Lazio di escludere il settore delle edicole dal Testo unico del commercio, sottolineando la sua specificità come presidio culturale e informativo. «Serve una disciplina autonoma – hanno spiegato – perché le edicole non sono semplici attività commerciali, ma un punto di riferimento sociale nei quartieri».
Non tutti però condividono la stessa linea. Per Andrea Di Silvio (Ugl), la sopravvivenza delle edicole dipende da una modernizzazione del settore: «Devono restare nel commercio, diversificando i servizi offerti, perché la sola vendita dei giornali non basta più a garantire la sostenibilità economica».
Una posizione in parte diversa è quella di Claudio Coltella (Cgil Roma e Lazio), che definisce le edicole «un presidio di prossimità con un ruolo sociale e culturale» e teme che l’attuale normativa rischi di «soffocarle tra burocrazia e adempimenti inutili».
Anche Stefano Ferrante (Stampa Romana) e Guido D’Ubaldo (Ordine dei giornalisti del Lazio) hanno posto l’accento sulla crisi più ampia dell’editoria italiana, chiedendo una differenziazione dei modelli di edicola a seconda del contesto urbano: «Bisogna capire che cosa devono essere le edicole oggi, in un mondo profondamente cambiato rispetto a pochi anni fa».
Ad aprire i lavori è stato Claudio Marotta (Sce), presidente della commissione sul pluralismo dell’informazione, che ha ribadito la necessità di difendere la rete di distribuzione della stampa come strumento essenziale per la democrazia. «Il nostro compito è tutelare il pluralismo dell’informazione su tutto il territorio regionale – ha detto – e le edicole rappresentano un anello fondamentale di questo sistema».
Il collega Enrico Tiero (FdI), presidente della commissione Attività produttive, ha annunciato che la Regione valuterà interventi correttivi per garantire continuità alle edicole, evitando chiusure che penalizzerebbero soprattutto il centro storico, dove la concorrenza con il commercio digitale è più forte.
Tra crisi economica, regole urbanistiche e sfide tecnologiche, il destino delle edicole romane resta appeso a un filo. Ma dai lavori del Consiglio emerge almeno una certezza condivisa: la sopravvivenza delle edicole è anche una questione di pluralismo e di libertà d’informazione.