
Roma, ciclabile in via Reni: vittoria dei residenti, cambia il progetto

È bastato l’arrivo delle ruspe in via Guido Reni per far esplodere la protesta. Ieri mattina una cinquantina tra residenti, commercianti e frequentatori del quartiere Flaminio si sono radunati per bloccare l’avvio dei lavori del Grab, il Grande raccordo anulare delle bici, che avrebbe dovuto prendere forma proprio in queste ore.
Le reti di cantiere sono state spostate, alcuni manifestanti si sono messi davanti ai macchinari e una donna in carrozzina ha partecipato in prima fila alla protesta. Momenti di tensione si sono registrati quando un uomo ha tentato di fermare una transenna per impedire il passaggio delle ruspe. Sul posto è intervenuta la polizia, che ha cercato di ristabilire la calma senza scontri gravi.
Al centro della protesta, il progetto della nuova ciclabile a doppio senso di marcia che attraverserà via Guido Reni. Secondo i piani originari, la realizzazione dell’opera avrebbe comportato il taglio di 234 parcheggi su 421 totali, per far posto a una pista ciclabile protetta, un marciapiede, nuovi posteggi in linea e una corsia per le auto.
Un piano che, per i residenti, rischia di aggravare il caos in una zona già congestionata dal traffico dovuto alla presenza del Maxxi, del teatro Olimpico e dello stadio Olimpico. «Non siamo contro la ciclabile in senso assoluto – spiega Loris Brocchini, portavoce del Comitato Sos Guido Reni – ma vogliamo che si tengano in considerazione le esigenze del quartiere, soprattutto per quanto riguarda i parcheggi». Il comitato non esclude azioni legali: «Valuteremo anche un ricorso al Tar o alla Corte dei conti». Nelle ultime settimane sono state raccolte oltre duemila firme contro il progetto, e alcuni residenti hanno perfino rimosso le transenne per tornare a parcheggiare le auto negli spazi destinati al cantiere.
Nel pomeriggio è arrivata la risposta dell’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, che ha definito la protesta opera di «poche decine di facinorosi» e ha ribadito che i lavori non si fermeranno. Tuttavia, ha annunciato una revisione del progetto, precisando che il Comune ha già previsto modifiche per «recuperare la quasi totalità dei posti auto», con una perdita stimata tra 10 e 20 stalli. «Non c’è alcun dietrofront da parte dell’amministrazione a seguito della protesta – ha chiarito Patanè – ma vogliamo conciliare mobilità sostenibile e vivibilità del quartiere». Sarà, ma intanto le proteste hanno ottenuto il risultato voluto, che era quello di costringere l’Amministrazione a rivedere un progetto evidentemente sbagliato, allo stesso modo di come è sbagliato quello analogo di via Panama, che tanto caos sta creando e tante difficoltà arrecando ai residenti. Anche lì una ciclabile, che invece di migliorare l’ambiente, lo sta solo peggiorando, viste le code e il traffico in tilt.
Nel frattempo, per domani pomeriggio è prevista una manifestazione pro-Grab organizzata da Legambiente, a cui seguirà una contro-assemblea dei residenti in mattinata per ribadire le loro posizioni. Come spesso accade, gli ambientalisti vorrebbero insegnare a chi abita nella zona cosa è meglio per loro.
Il caso è diventato anche terreno di polemica politica. «Invece di definire facinorosi anziani in sedia a rotelle e operatori del mercato, l’assessore Patanè dovrebbe chiedersi se i suoi progetti siano davvero sostenibili», ha dichiarato il consigliere di Forza Italia Francesco Carpano. Duro anche il deputato Marco Perissa (Fratelli d’Italia), che parla di «un segnale forte arrivato da un territorio esasperato». Tra proteste, revisioni e contrapposizioni politiche, la vicenda della ciclabile di via Guido Reni resta aperta. L’amministrazione capitolina promette aggiustamenti, ma i cittadini non sembrano intenzionati a cedere. La tensione, nel cuore del Flaminio, resta alta.