
Allarme salute mentale tra gli adolescenti di Roma: +500% di richieste d’aiuto

Ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare e autolesionismo. È una vera emergenza quella che riguarda la salute mentale degli adolescenti nella Capitale. I dati diffusi dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù parlano chiaro: in soli due anni sono state registrate 1.800 consulenze neuropsichiatriche al pronto soccorso, contro le appena 230 tra il 2010 e il 2013. Un incremento superiore al 500%, che fotografa l’esplosione del disagio psicologico tra i più giovani.
Dall’analisi emerge che circa il 60% dei pazienti è stato preso in carico per gesti di autolesionismo, l’8% per disturbi d’ansia e il 4% per depressione. Numeri che raccontano una generazione in difficoltà, spesso silenziosa, ma sempre più fragile.
Secondo Stefano Vicari, direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, «negli ultimi quindici anni stiamo registrando un aumento progressivo di richieste di aiuto per la salute mentale tra gli adolescenti. È un’emergenza che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti».
Vicari spiega come i ragazzi arrivino in ospedale quando la situazione è già critica, ma sottolinea che, «se seguiti e curati con i giusti strumenti, i disturbi mentali in età evolutiva guariscono». Fondamentale, in questo processo, è il coinvolgimento dei genitori, che devono essere accompagnati lungo tutto il percorso terapeutico.
Per far fronte a questa emergenza, l’ospedale ha predisposto un percorso clinico di alta assistenza dedicato alla gestione dell’autolesionismo e alla prevenzione del suicidio in età evolutiva. L’obiettivo è offrire un sostegno tempestivo e integrato a giovani e famiglie, spesso impreparate ad affrontare un disagio tanto complesso.
Le cause del fenomeno, spiega ancora Vicari, sono molteplici. «Dopo la pandemia abbiamo registrato un picco di casi. Tra i fattori scatenanti ci sono il bullismo, le sfide sui social network e, sempre più spesso, la dipendenza dai dispositivi elettronici, che coinvolge ormai anche bambini tra i tre e i quattro anni».
L’accesso incontrollato a internet, aggiunge, rappresenta un pericolo concreto: «La rete offre ai bambini contenuti di ogni tipo e, di fatto, sostituisce il ruolo educativo che dovrebbe appartenere ai genitori e alla scuola. Limitare l’uso di smartphone e tablet è un atto di prevenzione necessario».
L’allarme lanciato dal Bambino Gesù richiama dunque l’urgenza di una risposta collettiva: sanitaria, educativa e sociale. Un segnale che invita a rafforzare la rete di supporto ai minori, per restituire ascolto, protezione e cura a una generazione sempre più esposta al disagio emotivo e alla solitudine.