
Roma, a Marconi flash mob contro le scritte antisemite

«A Marconi non c’è spazio per l’odio». È questo il messaggio che ieri mattina hanno voluto ribadire i residenti del quartiere romano scesi in strada per esprimere solidarietà ad Ariel, il titolare del panificio kosher di via Avicenna, imbrattato nella notte tra sabato e domenica con scritte antisemite. Un atto vile, che ha scosso profondamente la comunità locale e la Capitale intera. «Frasi allarmanti e da ripudiare», le definiscono i cittadini, che alle 10.30 si sono ritrovati davanti al negozio, cartelli alla mano, per un sit-in spontaneo organizzato da residenti, consiglieri e assessori del Municipio XI.
Tra i promotori dell’iniziativa, Marco Palma (FdI), che ha presentato un’interrogazione urgente al presidente del Municipio, Gianluca Lanzi, chiedendo un piano di sicurezza straordinario. «Serve prevenzione, perché dietro a un gesto simile c’è sempre il rischio dell’emulazione», ha dichiarato Palma, sottolineando la necessità di rafforzare i presidi nelle zone più sensibili, come la Sinagoga, l’Ospedale Israelitico e il Poliambulatorio di via Veronese. Il consigliere ha anche proposto un incontro con i rappresentanti delle diverse religioni presenti nel quartiere per «dare un contributo concreto contro ogni forma di intolleranza».
Una posizione condivisa dal presidente Lanzi, che ha fatto visita ad Ariel per esprimere personalmente la solidarietà dell’amministrazione: «Rabbrividisco ogni volta che accadono episodi simili. Dobbiamo respingere con forza questo clima di odio». Le parole arrivano in un contesto di forte preoccupazione. Molti residenti, come Loredana Fiorelli, impiegata 63enne e cliente storica del forno, temono un’escalation: «In 35 anni qui non avevo mai visto nulla del genere. Si inizia imbrattando una saracinesca e si rischia di arrivare alle aggressioni fisiche», commenta al Messaggero.
Un sentimento condiviso molti degli storici abitanti del quartiere: «Non si respirava un clima simile dagli anni ’80, quando ci fu l’attentato alla Sinagoga. È terribile, sembra si voglia tornare a marchiare gli ebrei». La ferita è profonda, ma la reazione della comunità è stata immediata. «Marconi è sempre stato un quartiere inclusivo, dove convivono culture e religioni diverse», ha ricordato Alessandro Pallaro, presidente dell’Associazione commercianti, convinto che si tratti di un gesto isolato e compiuto da qualcuno “non della zona”.
Il sostegno ad Ariel è arrivato anche dal sindaco Roberto Gualtieri, che lo ha contattato telefonicamente per esprimere vicinanza e augurargli un sereno Sukkòt, ribadendo l’impegno del Comune contro ogni forma di antisemitismo. Una risposta corale, che racconta un quartiere ferito ma unito, deciso a reagire. Perché, come scrivono i cittadini nei loro post e striscioni, «a Marconi non c’è spazio per l’odio».