
Pro Pal, Roma blindata: allerta massima su sinagoghe e siti israeliani

Roma si prepara a vivere un fine settimana ad altissima tensione. In vista del secondo anniversario del 7 ottobre 2023 — la data dell’assalto di Hamas a Israele costato oltre 1.200 vite — il Viminale ha disposto misure straordinarie di sicurezza in tutta la Capitale e nelle principali città italiane. Sorvegliati speciali i luoghi di culto ebraici, le ambasciate e le sedi diplomatiche israeliane, con un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine. Sono stati attivati servizi di filtraggio nelle aree di maggiore afflusso, controlli nei pressi del Ghetto e nei quartieri dove si concentrano attività legate alla comunità ebraica.
«Non ci sono segnali specifici di allarme, ma l’attenzione è molto alta», ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il titolare del Viminale ha ribadito che la priorità è evitare disordini e atti provocatori: «Bisogna prestare attenzione alla presenza di gruppi antagonisti, anche estesi. Staremo attenti, sempre». La commemorazione ufficiale delle vittime dell’attacco del 2023 è stata rinviata a domenica 12 ottobre, per rispetto della festività ebraica di Sukkot, e si terrà a Roma alla presenza delle autorità politiche e istituzionali.
Sul fronte delle manifestazioni, la tensione resta alta. A Bologna il prefetto Enrico Ricci ha vietato il corteo organizzato dai Giovani Palestinesi, che sui social avevano diffuso lo slogan «Viva il sette di ottobre, viva la resistenza palestinese». Il Viminale ha definito inaccettabile un evento che «fa apologia di un atto terroristico». Nonostante il divieto, gli organizzatori hanno confermato la volontà di scendere comunque in piazza Nettuno. In serata è attesa una manifestazione analoga a Torino, in piazza Castello.
L’attenzione è altissima anche per la partita di calcio Italia-Israele in programma il 14 ottobre a Udine. Alcune dichiarazioni di esponenti di Avs, secondo cui il governo avrebbe autorizzato la presenza di agenti del Mossad, sono state smentite dal Dipartimento di Pubblica sicurezza. «Non ci saranno servizi di intelligence stranieri», hanno chiarito fonti del Viminale. La Comunità ebraica di Roma, per voce del presidente Victor Fadlun, ha espresso grande preoccupazione: «Avremmo voluto unirci in raccoglimento per ricordare le vittime e pregare per il ritorno degli ostaggi. Invece abbiamo visto striscioni che celebrano gli assassini. È aberrante».
I dati diffusi dal Ministero dell’Interno fotografano un Paese attraversato da un’ondata crescente di proteste. Dal 1° gennaio al 5 ottobre 2025 si sono svolte 8.635 manifestazioni, di cui 2.257 dedicate alla pace, con un incremento del 50% rispetto all’anno precedente. Gli episodi di criticità sono stati 240 (in calo rispetto ai 286 del 2024), ma i feriti tra le forze dell’ordine sono aumentati sensibilmente, raggiungendo quota 325, il 52,6% in più.
Il report include anche un focus sui sette giorni tra il 29 settembre e il 5 ottobre: 330 manifestazioni, 298 a sostegno della pace, 38 episodi di disordini e 141 agenti feriti. Grave anche il bilancio dell’antisemitismo: dal 7 ottobre 2023 al 6 ottobre 2025 si contano 351 episodi tra danneggiamenti, minacce e propaganda, con 98 persone denunciate. Un segnale preoccupante, che conferma come la tensione legata al conflitto in Medio Oriente continui a riflettersi sulle strade italiane.