
Meloni ad Assisi: “Costruiamo la pace con responsabilità e ragionevolezza”

Ad Assisi, nel giorno della festa di San Francesco, la premier Giorgia Meloni ha celebrato il patrono d’Italia con un discorso dal forte contenuto politico. L’elicottero da Roma è atterrato poco prima delle 10, accolto da una folla di oltre un migliaio di persone tra il prato e la piazza antistanti la basilica di San Francesco.
Nel suo intervento, trasmesso in diretta su Rai1, Meloni ha citato le parole del Santo: «La pace non si materializza quando la si invoca, ma quando la si costruisce con impegno e pazienza. Un mattone dopo l’altro, con la forza della responsabilità e l’efficacia della ragionevolezza». La premier ha sottolineato che l’Italia è stata «in prima linea nel sostegno umanitario alla Palestina» e un «interlocutore credibile per tutti», lodando la capacità del Paese di evitare «la trappola della contrapposizione frontale» che – ha aggiunto – «molti invocavano più per interesse che per convinzione».
Il 4 ottobre, tornato festa nazionale dopo l’approvazione bipartisan in Parlamento, è diventato così anche l’occasione per ribadire la posizione italiana sulla crisi in Medio Oriente: sostenere il piano di pace promosso dagli Stati Uniti, già condiviso da Unione Europea, Paesi arabi e Autorità palestinese, e che ha ricevuto una prima risposta positiva da Hamas.
Non sono mancate contestazioni: una ventina di manifestanti ha sventolato bandiere palestinesi all’esterno della basilica. Meloni, però, ha replicato con calma, ricordando ancora l’insegnamento del Santo: «San Francesco insegnava anche il rispetto, il confronto, il capire le ragioni degli altri».
La premier ha definito il santo di Assisi «un uomo estremo, ma non un estremista», sottolineando la necessità del dialogo anche con “avversari e nemici”. Parole che hanno suscitato applausi da parte del pubblico presente e che hanno fatto da preludio al suo messaggio finale: «San Francesco aiuti la nostra Italia».
Sul fronte internazionale, Meloni è destinata a giocare un ruolo di primo piano nel futuro “Board of peace”, l’organismo transitorio previsto dal piano americano che dovrà governare Gaza nella fase post-bellica. Il board sarà guidato da Donald Trump, con la partecipazione di Tony Blair e di leader arabi ed europei: secondo fonti diplomatiche, «è escluso che The Donald non includa la premier italiana, da sempre coinvolta negli snodi decisivi della strategia americana».
L’Italia, che già partecipa alla missione Unifil in Libano con oltre 1.100 militari, è pronta a contribuire anche alla futura Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF), incaricata di addestrare e supportare le forze di sicurezza palestinesi in collaborazione con Israele ed Egitto.
Meloni ha inoltre intensificato i contatti con Tony Blair, Emirati Arabi Uniti e Qatar per favorire il ruolo dei Paesi arabi nella ricostruzione di Gaza. Nell’incontro riservato del 16 settembre a Palazzo Chigi, l’ex premier britannico l’avrebbe rassicurata: «Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza. Chi resterà potrà costruire una Gaza migliore».
Una prospettiva che Meloni definisce «una luce di pace che squarcia le tenebre della guerra», e che l’Italia, forte della sua tradizione diplomatica, si prepara a sostenere sul campo e nella ricostruzione.