
Caso Natoli, l’ex pm si scusa per gli insulti alla famiglia Borsellino

A pochi giorni dalla trasmissione televisiva “Lo Stato delle cose” di Massimo Giletti, che ha reso pubbliche alcune intercettazioni ambientali registrate il 7 luglio 2024 a casa di Gioacchino Natoli, arrivano le scuse dell’ex magistrato. In quelle conversazioni, avvenute con la moglie e la figlia, la famiglia di Paolo Borsellino veniva definita con espressioni offensive come «senza neuroni».
«Ho pronunciato parole di cui mi dispiaccio profondamente nei confronti dei figli e della vedova del compianto Paolo Borsellino», ha dichiarato Natoli, oggi quasi 80enne, con un mea culpa rivolto pubblicamente. L’ex pm, che negli anni Novanta faceva parte dello stesso pool antimafia di Borsellino e Falcone, ha spiegato che quelle frasi sono state dette in un momento di forte sconvolgimento, pochi giorni dopo aver saputo di essere indagato per favoreggiamento aggravato alla mafia.
L’indagine della Procura di Caltanissetta si concentra sul presunto movente della strage di via D’Amelio, ipotizzando che Borsellino fosse stato eliminato per la sua volontà di portare avanti l’inchiesta “Mafia e appalti”, archiviata dai colleghi poco prima dell’attentato. Nell’inchiesta risultano indagati, oltre a Natoli, anche l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti.
Natoli ha spiegato di aver reagito con disperazione e rabbia alla notizia di essere sotto inchiesta: «A quasi 80 anni, dopo una vita trascorsa a combattere la mafia, non avrei mai immaginato di essere accusato di averla favorita». Ha aggiunto che il suo stato emotivo è stato aggravato da quello che ha definito un attacco violento da parte dell’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino.
Le parole intercettate hanno colpito duramente i familiari del magistrato ucciso. Nella conversazione la figlia di Natoli e la moglie si lasciavano andare ad una serie di giudizi ingiuriosi nei confronti dei familiari di Paolo Borsellino e anche del loro legale. E se è vero che diffondere un audio intercettato di una conversazione privata che non ha rilevanza penale appartiene alla sfera del gossip e non dell’inchiesta, pure quelle parole così pesanti, quegli insulti ai familiari di un eroe della Repubblica che ha dato la vita per combattere la mafia non possono che provocare un moto di sdegno e squalificare pesantemente chi le ha pronunciate.
Natoli ha riconosciuto la gravità delle frasi e si è detto particolarmente addolorato per aver coinvolto anche Agnese: «Con garbo, decoro e sobrietà ha sempre custodito la memoria del marito, tramandandone i valori».
La replica di Manfredi Borsellino agli insulti ricevuti e trasmessi in tv durante la trasmissione di Giletti non si era fatta attendere: «Parole terribili», aveva dichiarato, invitando i propri figli a camminare a testa alta. «Forse vostro padre e le vostre zie per questi personaggi avranno pochi neuroni, ma siamo stati fortunati ad avere avuto genitori di un’altra categoria».