
Roma, guerra per le piazzole del sesso: scontri tra trans e omosessuali

La periferia sud di Roma è diventata teatro di una nuova e inaspettata rivalità: non solo piazze di spaccio, ma vere e proprie piazzole contese per la prostituzione. In via de La Comunella, una strada isolata non lontana da Trigoria, la convivenza tra transessuali e omosessuali si è trasformata in una guerra aperta fatta di insulti, minacce e aggressioni. Una tensione crescente che, secondo le dirette interessate, rischia di sfociare in tragedia. «Prima o poi ci scapperà il morto», denuncia una trans argentina di 40 anni che insieme a circa 15 colleghe occupa il marciapiede e l’area verde adiacente alla strada.
Le transessuali raccontano di essere vittime di raid notturni e aggressioni: sedie e ombrelloni distrutti, materassi dati alle fiamme e clienti intimoriti per spingerle ad abbandonare la zona. «Rompono tutto pur di mandarci via e infastidiscono i clienti per farli scappare. È un pericolo per la nostra incolumità e un danno economico», spiega ancora. Durante il giorno si registrano insulti e minacce, mentre di notte, approfittando della loro assenza, vengono devastate le postazioni allestite per accogliere i clienti.
A dare voce al disagio è anche una 40enne brasiliana: «La mattina troviamo le nostre postazioni sfasciate, oggetti bruciati o spariti. Ci offendono e intimidiscono i clienti. Cose simili non ci erano mai successe prima». La strada, già frequentata da voyeur e coppie in cerca di intimità, si è trasformata in un crocevia di interessi economici: il flusso di clienti non riguarda solo Roma ma anche l’hinterland, con un giro d’affari consistente. E nessuno vuole rinunciare alla propria postazione.
L’origine del conflitto risale a qualche mese fa, quando un tratto di via di Trigoria, storica zona di attività per le transessuali, è stato chiuso per lavori. Costrette a lasciare quell’area, le sex worker si sono spostate a poche centinaia di metri, in una via però già occupata da tempo da altri gruppi. La speranza di una convivenza pacifica si è infranta presto, lasciando spazio a una guerra per il controllo del territorio. «Non diamo fastidio a nessuno, siamo in una zona isolata lontana dai centri abitati. Qui ci sarebbe spazio per tutti, ma così non possiamo vivere», conclude la brasiliana, ammettendo che molte stanno pensando di abbandonare la zona per paura di nuove violenze.
Via de La Comunella resta dunque un teatro di tensioni crescenti, simbolo di un degrado urbano che si intreccia con dinamiche economiche sotterranee e con la mancanza di soluzioni strutturali per la gestione del fenomeno della prostituzione nella Capitale.