
Italia verso l’uscita dalla procedura Ue sul deficit. Migliora il rating di Fitch

L’Italia intravede una svolta nei conti pubblici: il deficit potrebbe scendere sotto il 3% del PIL già entro la fine del 2025, aprendo la strada all’uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo avviata dall’Unione europea. Un traguardo che, fino a pochi mesi fa, sembrava soltanto un auspicio. A renderlo plausibile è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto a margine della riunione informale dei ministri delle Finanze Ue a Copenaghen. “È possibile”, ha dichiarato, sottolineando come l’Italia abbia oggi le carte in regola per migliorare le previsioni ufficiali del governo.
Il messaggio di Giorgetti arriva all’indomani della promozione di Fitch, che ha alzato il rating italiano a BBB+. Una notizia accolta con favore anche dalla premier Giorgia Meloni, che ha parlato di “un chiaro segnale di fiducia dai mercati internazionali”. Aggiungendo che la stabilità politica e le politiche economiche adottate dal governo stanno dando i primi frutti. Anche il vicepremier Antonio Tajani ha rimarcato come l’Italia “dimostri di essere un Paese credibile, serio, affidabile”.
Secondo le stime di Fitch, il deficit italiano potrebbe attestarsi al 3,1% del PIL, meglio rispetto al 3,3% indicato nel Documento di economia e finanza. L’ambizione del governo, tuttavia, resta quella di fare ancora di più, così da consentire all’Italia di uscire dalla morsa della procedura Ue già dalla prossima primavera.
Il rientro nei parametri comunitari avrebbe un impatto diretto sulla prossima legge di Bilancio. Giorgetti ha aperto alla possibilità di ridurre l’Irpef, abbassando la seconda aliquota al 33%. “Tutta questa disciplina nella finanza pubblica serve a ridurre il carico fiscale sugli italiani”, ha spiegato dal palco del Festival di Open, aggiungendo di confidare in risultati concreti.
Allo studio anche misure di pace fiscale, con rate sostenibili per i contribuenti, e interventi mirati contro gli evasori. Sul fronte delle spese in difesa, il ministro ha assicurato che l’adeguamento agli impegni Nato non comporterà sacrifici per welfare e sanità: “Non è assolutamente immaginabile”, ha ribadito.
Il via libera dell’Europa all’uscita dalla procedura dipenderà dalla solidità delle proiezioni future. Bruxelles chiede stime credibili e sostenibili sul deficit, affinché il tetto del 3% diventi un obiettivo stabile e non solo un risultato momentaneo. Per Giorgetti, si tratta di “un’opportunità storica, e penso che debba essere colta”.
Il governo, forte della promozione delle agenzie di rating e di un quadro economico in miglioramento, punta quindi a rafforzare la propria credibilità sui mercati e nei confronti delle istituzioni europee. Una sfida cruciale che passa dalla tenuta dei conti e dalla capacità di coniugare rigore finanziario con misure di sostegno a famiglie e imprese.