
Pellegrini segna, Dia spreca. Il derby della Capitale va alla Roma

Il derby romano si colora di giallorosso. Non è bastata una Lazio generosa che si è buttata in avanti anche dopo l’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Belahyane per un fallaccio su Koné: alla fine le speranze biancocelesti si sono infrante sul palo di Cataldi nei minuti di recupero.
E’ stato un derby vibrante, iniziato con due squadre accorte e attente a non scoprirsi. La prima ad affacciarsi pericolosamente in avanti è stata proprio la Lazio con un bel tiro da fuori di Pedro e una conclusione a giro di Zaccagni, ben coperta da Svilar. La partita era comunque sostanzialmente in equilibrio, quando a spezzarlo è intervenuta una sciocchezza di Nuno Tavares che ha prima cincischiato e poi perso palla malamente sul bordo esterno dell’area. La sfera è terminata sui piedi di Soulé che è stato svelto nell’assist in centro area per Lorenzo Pellegrini, nel suo classico inserimento: conclusione nell’angolo e nulla da fare per Provedel. Dopo il goal improvviso e inaspettato la Lazio è sembrata frastornata e i giallorossi avrebbero potuto colpire di nuovo, ma non sono riusciti a raddoppiare. Si è andati così negli spogliatoi sull’1 a 0 per la Roma.
Inizia il secondo tempo e dopo neanche dieci minuti ecco l’occasione giusta per i biancocelesti: in un ribaltamento di fronte Dia viene lanciato a campo aperto verso la porta di Svilar, vanamente inseguito dai centrali giallorossi. Incredibilmente, però, l’attaccante spara altissimo, cestinando così la possibilità di rimettere in parità il match. La Lazio continua comunque a provarci, anche se vere opportunità per pareggiare non arrivano.
Una nuova svolta nel match arriva sul finire della partita quando Belahyane, in contrasto con Koné, affonda i tacchetti sul polpaccio dell’avversario. Rosso diretto a Lazio in dieci. Potrebbe sembrare la mazzata decisiva, invece è una scossa per gli uomini di Sarri che si buttano in avanti con ancor più veemenza. I giallorossi, al contrario, sembrano paradossalmente subire la superiorità numerica: il classico braccino corto. I biancocelesti hanno così nei minuti di recupero delle occasioni per portarsi sul pari, in particolare con Cataldi che, liberato al tiro al limite dell’area, inventa una parabola a giro sul secondo palo sulla quale Svilar rimane immobile a guardare la palla stamparsi sul palo.
E’ l’ultimo sussulto della partita, terminata nervosamente con numerosi falli e proteste. Nel nervosismo generale, a partita conclusa Ghendouzi non trova niente di meglio da fare che scagliarsi verbalmente contro il direttore di gara che gli estrae il cartellino rosso: per lui probabile una squalifica per due turni.
Finisce con i giocatori della Roma sotto la curva a festeggiare, ma anche con i giocatori laziali applauditi dal loro pubblico, che ne ha apprezzato la grinta e la voglia di lottare fino all’ultimo secondo.