
Roma, caos via Panama: la pista ciclabile è un pasticcio

La realizzazione della nuova pista ciclabile su via Panama continua a sollevare polemiche. Nel tratto di circa 400 metri, parte del V lotto del Grab (Grande Raccordo Anulare delle Bici), il progetto esecutivo del Comune ha previsto la scomparsa del marciapiede all’altezza della fermata Atac della linea 168, vicino alla parrocchia di San Bellarmino. Qui ciclisti e pedoni — compresi mamme con passeggini, disabili e anziani — dovranno condividere uno spazio di poco più di due metri. «Così i pedoni rischiano di essere travolti», denunciano i residenti, preoccupati per la sicurezza in un punto molto frequentato della strada.
Il tracciato della ciclovia, che in quel punto assume la forma di una “S”, passa dietro la nuova pensilina hi-tech Atac per poi rientrare sul percorso principale. Una scelta progettuale che ha lasciato allibiti i cittadini. «Hanno stravolto una strada per separare il traffico ciclistico da quello pedonale e proprio qui hanno eliminato il marciapiede», spiega al Messaggero Rocco Gaudioso, giovane residente che ha studiato il progetto. In effetti, la ciclovia bidirezionale, inizialmente larga 2,50 metri, si restringe a due metri senza lasciare spazio per i pedoni. Oltre alla questione della sicurezza, il cantiere ha già comportato traffico congestionato e la perdita di 32 posti auto, creando un imbuto all’altezza del semaforo pedonale.
Lunedì scorso una cinquantina di abitanti di via Panama ha documentato il traffico mattutino in occasione della riapertura delle scuole, denunciando la criticità del progetto. «Siamo favorevoli alla ciclabile, molti di noi usano la bici, ma questa soluzione è assurda. Speriamo che il Comune intervenga con correttivi seri», ribadisce Gaudioso. Dello stesso avviso Guido Montalbani, segretario generale dell’associazione Amuse: «Una pista ciclabile deve adattarsi alla conformazione della strada e alla vivibilità complessiva. Non si può imporre dall’alto un’autostrada delle bici senza considerare i disagi che si creano».