
Parioli, proteste contro la nuova ciclabile di via Panama: traffico in tilt
Nel quartiere Parioli di Roma, la realizzazione della nuova pista ciclabile su via Panama ha scatenato un’ondata di proteste da parte dei residenti. Il malcontento non è rivolto all’idea di incentivare la mobilità sostenibile, quanto piuttosto alla tipologia dell’infrastruttura, considerata “sproporzionata, invasiva e pericolosa”. L’opera, lunga circa 400 metri, presenta restringimenti improvvisi, cordoli in cemento rialzati e una riduzione significativa della carreggiata veicolare, generando – secondo i cittadini – rischi elevati per automobilisti, motociclisti e pedoni.
Secondo Guido Montalbani, segretario dell’Associazione Amuse, la pista “somiglia a una piccola autostrada per bici” che toglie spazio vitale alla circolazione. “Ogni progetto dovrebbe adattarsi al contesto urbano. Qui è stato fatto l’opposto: la viabilità è stata stravolta”, denuncia al Messaggero.
Il malcontento ha spinto i cittadini a riunirsi sotto lo slogan “Sos Panama”, con tanto di gruppo WhatsApp e raccolta firme. Al centro delle contestazioni vi sono le nuove pensiline hi-tech degli autobus, i cordoli ad angolo retto e lo spazio ridotto per le manovre, soprattutto nei pressi del passo carrabile della parrocchia di San Roberto Bellarmino. “Chi esce dal parcheggio della chiesa si trova davanti due blocchi in cemento. Come si fa a svoltare senza rischi?”, si chiede una residente. A ciò si aggiunge un altro nodo critico: il nuovo imbuto all’altezza del semaforo vicino a piazza Ungheria, dove la carreggiata si restringe a una sola corsia.
Il tracciato, largo tra i 2,20 e i 2,50 metri, si accompagna a marciapiedi fino a 3,55 metri e a parcheggi in linea con strisce affiancate da cordoli da mezzo metro. “Il primo incidente è già avvenuto – denuncia Claudio Vitalini, presidente del comitato Eur-Ferratella – e la pista su viale dell’Oceano Atlantico non è neanche stata inaugurata”. Un’auto parcheggiata è stata tamponata da un altro veicolo, sollevando preoccupazioni sulla visibilità e sicurezza nelle manovre di sosta.
L’impressione condivisa tra gli abitanti è quella di un progetto calato dall’alto, senza il giusto coinvolgimento del territorio. “Non sapevamo che la pista sarebbe stata così impattante”, continua Montalbani. Addirittura si era paventata la cancellazione dell’aiuola di piazza Ungheria, realizzata dai cittadini stessi e salvata solo dopo le proteste. Il Comune, attraverso il presidente del III Municipio Paolo Marchionne, ha promesso che verranno risolti i problemi burocratici per l’affidamento ufficiale dell’area ai volontari.
Ma intanto, la realtà è quella di una via in sofferenza per traffico e pericoli, dove perfino un’ambulanza è rimasta bloccata a causa della carreggiata troppo stretta. “Siamo esausti. Nessuno è contro le bici, ma serve buon senso”, spiegano i promotori della raccolta firme, che chiedono una revisione urgente del tracciato ciclabile. Intanto, mentre le pec inviate al Comune si contano a centinaia, le firme raccolte crescono giorno dopo giorno.