
Roma, boom di danni da trattamenti estetici sbagliati

Un intervento estetico per eliminare le rughe della fronte che si trasforma in un incubo. È la storia di Martina (nome di fantasia), finita all’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola di Roma dopo una grave infezione al viso causata da un filler eseguito da un presunto medico non abilitato. “Sono venuta qui piangendo, ero ridotta come un mostro”, racconta mostrando le foto del suo volto deturpato. Dopo una lunga terapia antibiotica e il supporto degli specialisti del centro, è riuscita a evitare danni permanenti.
Secondo i dati, dal 1994 a oggi l’ambulatorio romano – il primo in Italia dedicato a questo tipo di casi – ha trattato oltre mille complicanze estetiche, con un team di 7 medici e 4 cosmetologi. Solo tra il 2023 e il 2024 sono stati registrati 572 interventi, con un incremento del 68% rispetto al biennio 2018-2019. Ogni settimana arrivano circa 15 nuovi pazienti da tutta Italia, uomini e donne tra i 25 e gli 85 anni.
Le complicanze più gravi sono spesso legate alle cosiddette “punturine”: “Se il filler non è iniettato nel punto giusto può comprimere i vasi sanguigni, ridurre la circolazione e portare persino a necrosi cutanee”, spiega sulle colonne del Messaggero il professor Emanuele Bartoletti, responsabile del centro e presidente della Società Italiana di Medicina Estetica. In molti casi, i medici riescono a intervenire con la ialuronidasi, un antidoto che scioglie l’acido ialuronico e ripristina la circolazione. Ma quando vengono utilizzati filler non riassorbibili, la prognosi cambia radicalmente.
Il problema, denunciano gli esperti, è l’aumento di trattamenti eseguiti da operatori senza la necessaria preparazione o addirittura senza titoli. “Dopo un corso di un weekend iniziano a fare filler senza conoscere l’anatomia di base”, sottolinea Bartoletti, che chiede la creazione di un albo nazionale per i medici estetici. Ancora più pericolosi i casi di finti medici, come accaduto a Martina, che si spacciano per professionisti ma non risultano iscritti all’ordine: “Facciamo segnalazioni ai Nas almeno una volta al mese”, conferma la dottoressa Gloria Trocchi, coordinatrice dell’ambulatorio.
Le piattaforme social sono diventate la principale vetrina per questi operatori abusivi, che propongono trattamenti a basso costo corredati da foto accattivanti. Ma dietro la promessa di ringiovanimenti rapidi si nascondono rischi enormi, anche psicologici: “Chi si sottopone a un filler spesso è già fragile, se rimane danneggiato il trauma diventa doppio”, osserva Trocchi.
L’appello dei medici è chiaro: “Diffidate da chi non vi sottopone a una vera visita di medicina estetica e da chi vi accontenta a ogni costo”, avverte Bartoletti. Una raccomandazione che vale più che mai, visto il costante aumento di complicanze che trasformano un desiderio di bellezza in una dolorosa battaglia clinica.