
Dehors nei centri storici, stretta del governo: nuove regole per gli esercizi

Il governo prepara una stretta sui dehors che negli ultimi anni hanno invaso marciapiedi e piazze delle città italiane. Nati come misura straordinaria durante l’era Covid, quando le regole furono allentate per sostenere bar e ristoranti colpiti dalle restrizioni, tavolini e pedane all’aperto sono diventati parte integrante del paesaggio urbano. Ora però si punta a una riorganizzazione più rigida, soprattutto nei luoghi di maggiore pregio storico e culturale.
Il nuovo disegno di legge, in arrivo in Consiglio dei ministri, stabilisce che bar e ristoranti che affacciano su monumenti nazionali, chiese, fontane storiche, statue e piazze di pregio dovranno ottenere un’autorizzazione preventiva della sovrintendenza culturale. Non saranno ammessi dehors che ostacolino «la percezione visiva dei luoghi» o che compromettano il «godimento delle sequenze prospettiche urbane e delle opere storico-architettoniche». Inoltre, gli arredi dovranno rispettare criteri di decoro e omogeneità, escludendo elementi kitsch o troppo vistosi che possano stonare con il contesto urbano.
Le nuove regole non riguarderanno solo i dehors futuri: anche le strutture installate dal 2020 in poi, grazie alla normativa emergenziale, dovranno adeguarsi. Per rimanere, servirà il via libera del Ministero della Cultura. In caso contrario, gli esercenti avranno sei mesi di tempo per rimuovere tavolini, pedane e coperture. Saranno inoltre sottoposti a controlli più severi i dehors chiusi, per i quali sarà necessaria la segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
Il provvedimento tocca un settore delicato anche sul piano politico: le associazioni di categoria, che rappresentano decine di migliaia di esercenti, vedono nei dehors una risorsa fondamentale, mentre molti cittadini denunciano da tempo la difficoltà di muoversi tra marciapiedi occupati e spazi pubblici ridotti. Non a caso, da Palazzo Chigi è arrivato un invito alla cautela: il testo, già pronto per l’approvazione, è stato momentaneamente rinviato. «Non c’è fretta», fanno sapere fonti di governo, consapevoli che il tema rischia di alimentare tensioni alla vigilia delle elezioni regionali.
Il riordino dei dehors, dunque, appare inevitabile, ma i tempi e i modi con cui sarà attuato restano ancora da definire. La proroga delle regole attuali scade a dicembre: da allora in avanti, per bar e ristoranti che operano nei centri storici scatteranno nuove sfide.