
Roma, annullata la gara da 7 milioni per i monumenti: Anac boccia i criteri

La tutela del patrimonio artistico di Roma vive un nuovo passaggio delicato. La Sovrintendenza Capitolina, che la scorsa primavera aveva lanciato una gara da oltre 7 milioni di euro per il “pronto soccorso” dei monumenti, si è trovata costretta a tornare indietro. L’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha infatti evidenziato criticità tali da portare all’annullamento della procedura e alla necessità di riscrivere il bando. Un imprevisto che ha rimesso tutto al punto di partenza, con l’obiettivo di garantire massima trasparenza e concorrenza.
La gara europea avrebbe dovuto individuare un’impresa con cui stipulare un accordo quadro triennale per gli interventi urgenti sui beni monumentali di Roma, dal consolidamento degli stucchi alla messa in sicurezza delle parti pericolanti. Tuttavia, i criteri stabiliti dal Comune sono stati giudicati troppo restrittivi.
L’Anac ha parlato di «criteri illogici e irragionevoli», riferendosi in particolare a tre punti: l’obbligo di avere mezzi d’opera già di proprietà al momento della gara, il possesso di personale dipendente da almeno sei anni con patentino fitosanitario antecedente alla pubblicazione del bando e la premialità assegnata esclusivamente all’esperienza pregressa con la Sovrintendenza. Secondo l’Autorità, tali condizioni restringevano ingiustamente la concorrenza, penalizzando le imprese pur qualificate che non rispondevano a questi requisiti specifici.
Nel documento ufficiale, il presidente dell’Anac Giuseppe Busia ha spiegato che «la qualità dell’offerta può essere valutata anche sulla base di impegni formalmente assunti in sede di gara, senza che alcune condizioni debbano essere già presenti». Inoltre, non sarebbe chiaro perché un mezzo di proprietà garantirebbe più affidabilità rispetto a uno in leasing o a noleggio. Anche la soglia dei sei anni di anzianità del personale è stata giudicata immotivata. Pur non avendo efficacia vincolante, la pronuncia dell’Anac non poteva essere ignorata. I dirigenti capitolini hanno quindi optato per l’annullamento della gara e la stesura di un nuovo bando conforme ai principi di trasparenza, proporzionalità e libera concorrenza.
Il nuovo bando, già in fase di riformulazione, introduce criteri più inclusivi. Le imprese potranno partecipare anche con mezzi non di proprietà, mentre il personale richiesto potrà essere qualificato tramite esperienze maturate su altri beni storici vincolati. L’obiettivo rimane quello di garantire interventi tempestivi e qualificati su un patrimonio diffuso che va dal centro storico alle periferie, con standard elevati ma senza barriere discriminatorie.
In sostanza, la Sovrintendenza riparte dalla “casella del via”, come in un Monopoli istituzionale. Ma con regole più eque e una maggiore apertura al mercato, nella speranza di trovare presto i “crocerossini dei monumenti” capaci di intervenire quando l’arte e la storia della Capitale hanno bisogno di cure urgenti.