
Roma, piano da 720 milioni in 15 lotti per sistemare le strade

A Roma cambia il modello della manutenzione stradale dopo oltre vent’anni. Con due maxi gare d’appalto per un valore complessivo di 840 milioni di euro sul triennio, il Campidoglio cancella la storica suddivisione tra strade di competenza comunale e quelle gestite dai Municipi. Nasce così una sorta di “New Model Street”, come è stato ribattezzato il piano ispirandosi provocatoriamente all’esercito riformatore di Oliver Cromwell. Una svolta epocale che punta a uniformare gli interventi, migliorare l’efficienza e superare le criticità strutturali di un sistema troppo frammentato.
«Uniformare la gestione degli interventi è l’obiettivo principale, mantenendo però centrale il ruolo dei Municipi nella programmazione», ha spiegato Antonio Stampete, presidente della Commissione Lavori Pubblici. Il primo bando già pubblicato prevede 720 milioni di euro per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria: asfalto, caditoie, marciapiedi e segnaletica. La gara è suddivisa in 15 lotti, uno per ciascun Municipio, e i vincitori saranno responsabili dell’intera rete stradale all’interno del proprio territorio, senza più distinguere tra strade comunali o municipali. Il termine per presentare le offerte è fissato al 15 settembre. «Il nuovo sistema punta su rapidità, qualità e accordi quadro per garantire efficienza», ha aggiunto Stampete.
Viene inoltre unificata la sorveglianza stradale: chi segnala i dissesti e chi interviene in emergenza saranno parte dello stesso meccanismo. Il nuovo sistema punta a evitare l’eccesso di segnalazioni non prioritarie, che finivano per ingolfare il pronto intervento e consumare risorse a discapito delle urgenze vere.
La seconda gara, in uscita nei prossimi giorni, riguarda le cosiddette opere d’arte infrastrutturali: ponti, viadotti, sottovia, passerelle e sovrappassi. Si tratta di 120 milioni di euro, suddivisi in 3 lotti da 5 Municipi ciascuno. I vincitori avranno il compito di censire e verificare lo stato di conservazione delle circa 1.500 strutture presenti in tutta Roma. Un lavoro fondamentale, visto che a oggi non esiste un censimento sistematico di questi elementi, spesso trascurati nella pianificazione manutentiva. «È ora di intervenire in modo strutturale anche sulle infrastrutture nascoste che attraversiamo ogni giorno senza accorgercene», secondo il Dipartimento Lavori Pubblici.
Il nuovo modello organizzativo del Campidoglio si fonda su un principio chiave: condividere la programmazione tra Municipi e Comune, ma garantire una cabina di regia unificata per le decisioni finali e l’esecuzione. Questo approccio mira a superare ritardi, sovrapposizioni e inefficienze, selezionando operatori qualificati capaci di assicurare standard più elevati. Inoltre, il consolidamento degli accordi quadro permetterà di intervenire con maggiore flessibilità e tempestività su tutto il territorio cittadino.