
Roma, dietrofront del Comune: stop al progetto del tram in via Nazionale

La parola d’ordine è: “cambiare obiettivo”. Un’espressione diplomatica che tradisce una realtà ormai evidente: il tram di via Nazionale – la tanto discussa tranvia Termini-Vaticano-Aurelio (TVA) – si allontana sempre di più, forse definitivamente. Nonostante le rassicurazioni ufficiali, il progetto sembra destinato a slittare ben oltre il Giubileo 2025, finendo, di fatto, in una lunga fase di stallo. Il Comune ha infatti formalizzato la richiesta di sostituire l’obiettivo originario, ovvero i 2,8 km di binari, con un nuovo traguardo: l’acquisto di 10 tram, già previsti per la linea Togliatti.
Il tram dei pellegrini, così era stato soprannominato, è stato fin dall’inizio al centro di polemiche e critiche. Residenti, commercianti ed esperti hanno evidenziato i limiti del progetto, considerato ridondante rispetto alla rete metropolitana e carente sotto il profilo trasportistico. La tratta inizialmente prevista, da Termini a piazza Venezia, è stata modificata più volte a causa di errori progettuali e interferenze urbanistiche, come l’incredibile scelta di far passare i binari proprio davanti all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito.
Oggi, la parte del tracciato finanziata con i fondi Pnrr, da piazza Giureconsulti a largo Cardinal Micara, non è realizzabile nei tempi previsti, anche perché l’area di arrivo non è ancora in proprietà comunale. Inoltre, la recente decisione di raddoppiare l’acquedotto del Peschiera complica ulteriormente l’iter per la posa dell’infrastruttura.
Per evitare la revoca dei fondi Pnrr, il Campidoglio ha proposto al Ministero di modificare il target dell’opera, puntando sull’arrivo di 10 nuovi tram entro il 30 giugno 2026. «Cerchiamo di non perdere i fondi», spiega l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, «chiediamo solo che il rispetto degli obiettivi sia valutato in base alla consegna dei tram e non alla posa dei binari».
«Siamo certi che la CAF, l’azienda fornitrice, rispetterà la scadenza, anche perché in caso contrario incorrerebbe in sanzioni pesanti», ha aggiunto Patanè. In altre parole, la priorità ora è evitare di perdere i 240 milioni di euro, metà dei quali provenienti dal Pnrr, rinunciando però – almeno temporaneamente – all’infrastruttura fisica.
Resta il fatto che il tram di via Nazionale, pensato per collegare Termini al Vaticano passando per via Nazionale e piazza Venezia, è ormai un progetto incompiuto, afflitto da ambiguità tecniche e urbanistiche. La mancanza di una visione chiara, la confusione tra obiettivi politici e realizzabilità tecnica e i ritardi accumulati rischiano di trasformare un’opera strategica in un’altra grande incompiuta romana. Il rischio concreto è che, salvati i fondi, il tram vero e proprio resti solo un’idea. E probabilmente in molti tireranno un sospiro di sollievo: pericolo scampato.