
Raggira un clochard per 12mila euro. Condannato un ex-impiegato di Poste

Aveva affidato con fiducia il suo libretto postale agli uffici delle Poste, consapevole della propria disabilità visiva. In pochi mesi, però, il suo conto era stato svuotato. Così un clochard romano ha scoperto di essere vittima di un vero e proprio raggiro: a derubarlo, secondo i giudici, è stato proprio l’impiegato allo sportello che per anni lo aveva seguito. Ora A.S., ex dipendente di Poste Italiane, è stato condannato a tre anni di reclusione per peculato, accesso abusivo a sistema informatico e sostituzione di persona.
I fatti risalgono all’estate del 2022. Tra giugno e settembre, l’impiegato avrebbe effettuato sei prelievi dal libretto postale del senzatetto, per un totale di 12.400 euro. La vittima, che non era in grado di firmare né di gestire in autonomia le operazioni allo sportello, si era sempre affidata ad A.S., lasciando il libretto in custodia all’ufficio postale. Secondo la sentenza, l’impiegato avrebbe falsificato la firma della vittima per ottenere l’autorizzazione ai prelievi, inducendo in errore anche il direttore dell’ufficio.
“Ha abusato della qualità di operatore di sistema, al fine di conseguire il profitto”, si legge nelle motivazioni del Tribunale. Il giudice ha rilevato come avesse addirittura accompagnato personalmente la vittima allo sportello in alcune occasioni, comportamento anomalo rispetto all’utenza ordinaria, probabilmente per dare credibilità alle operazioni fraudolente.
Il senzatetto ha presentato denuncia il 18 ottobre 2022, dopo essersi accorto che il suo conto era stato prosciugato. Dalle indagini dell’ufficio Frodi di Poste Italiane, è emerso che tutti i prelievi sospetti erano stati effettuati da A.S. e che in almeno due casi l’operatore aveva cercato di dissimulare gli importi reali delle operazioni. Interrogato, l’imputato ha negato ogni addebito, sostenendo che la vittima fosse accompagnata da un altro uomo che avrebbe chiesto soldi per acquistare una roulotte. Una versione smentita dallo stesso clochard.
La sentenza di primo grado ha riconosciuto la gravità della condotta, sottolineando come il dipendente abbia sfruttato le condizioni di fragilità della persona offesa, che “non aveva mai effettuato prelievi superiori ai 100 euro” e non poteva verificare autonomamente i movimenti del suo conto.
L’ex dipendente, licenziato il 17 gennaio 2023, ha già presentato ricorso in appello. Intanto, Poste Italiane ha chiarito con una nota di essere “parte lesa nella vicenda”, precisando di aver avviato immediatamente un’indagine interna, conclusasi con l’identificazione dell’autore delle operazioni sospette. “L’Azienda ha collaborato sin dai primi accertamenti con le autorità giudiziarie e ha fornito tutto il supporto necessario al chiarimento dei fatti”, si legge nel comunicato.
Il caso solleva interrogativi sulla protezione dei soggetti vulnerabili all’interno delle istituzioni pubbliche, e su quanto sia importante rafforzare i controlli interni, specialmente nei contesti dove si gestiscono risorse economiche di persone in condizioni di fragilità.