
La proposta di legge: stop ai risarcimenti agli aggressori

Dopo la riforma del 2019 sulla legittima difesa, arriva una nuova proposta legislativa targata Fratelli d’Italia che intende modificare il profilo civilistico del tema, intervenendo su risarcimenti e indennità in caso di eccesso colposo. Il principio ispiratore è chiaro: “La violenza non paga”. Secondo il ddl, chi agisce con condotte violente o intimidatorie, anche se rimane ferito da una reazione eccessiva della vittima, non dovrebbe ricevere alcun indennizzo o risarcimento.
L’obiettivo è limitare o eliminare il diritto al risarcimento per chi, pur ferito, sia responsabile di aver messo in pericolo l’altrui incolumità. Il testo, firmato dal senatore Raffaele Speranzon, vice-capogruppo vicario di FdI al Senato, e sostenuto da altri 18 parlamentari, prevede che anche in caso di eccesso colposo di legittima difesa, il risarcimento venga ridotto o escluso, quando il danneggiato abbia agito “consapevolmente, con violenza non lieve alla persona o al patrimonio o con minaccia di armi o di altri mezzi di coazione fisica”.
“Non può essere riconosciuto un risarcimento o un’indennità alla persona che ha messo in pericolo l’incolumità altrui attraverso una condotta violenta o gravemente intimidatoria”, si legge nella proposta. Il principio introdotto è quello della “autoresponsabilità”: chi sceglie di aggredire si assume anche i rischi patrimoniali delle conseguenze, pur se generate da una reazione difensiva che supera i limiti previsti dalla legge.
La proposta non tocca il quadro penale: le pene per chi commette omicidio colposo aggravato da eccesso di legittima difesa (da 6 mesi a 5 anni) o lesioni colpose (da 3 mesi a 3 anni) rimangono invariate. Tuttavia, si introduce nel codice civile la possibilità di derogare all’automatico obbligo di risarcimento in caso di reato, tramite la clausola “salvo che la legge disponga altrimenti”. Un’aggiunta che apre a eccezioni fondate sulla condotta dell’aggressore.
L’intento, secondo i promotori, è di allineare la normativa civile a quella penale, evitando che soggetti responsabili di azioni criminose possano ottenere risarcimenti da chi si è difeso. Una misura che, nelle parole di Fratelli d’Italia, garantirebbe “maggior equità” e protezione per chi subisce un’aggressione.
Il contesto statistico resta tuttavia poco chiaro. Non esistono dati pubblici aggiornati che distinguano fra eccesso colposo e doloso nei casi di legittima difesa, né quante condanne civili siano effettivamente state emesse in simili circostanze. Inoltre, la riforma del 2019 ha già alzato la soglia di punibilità, rendendo più difficile per i giudici configurare l’eccesso colposo.
Ma secondo i proponenti, più che i numeri conta il principio giuridico: “Chi sceglie un agire illecito e violento contro un altro soggetto si espone volontariamente al rischio di subire una reazione e, anche qualora essa ecceda per colpa i limiti della legittima difesa, se ne accolla le conseguenze patrimoniali”.