
Inps, bonus bebè, al via i pagamenti: già erogati 78mila contributi

Dopo mesi di attesa, lo sprint dell’Inps ha finalmente sbloccato il pagamento del bonus da 1000 euro destinato alle famiglie che nel 2025 hanno accolto un nuovo nato o adottato un bambino. Si tratta di un contributo una tantum, introdotto con l’ultima Manovra, che punta a sostenere le famiglie italiane in un contesto di natalità ai minimi storici. Finora, sono quasi 115mila le domande ricevute, e l’80% dei pagamenti è già stato completato.
Il bonus è riservato ai nuclei familiari con Isee fino a 40mila euro, escludendo dal conteggio l’Assegno unico, i titoli di Stato e i buoni fruttiferi postali. Possono beneficiarne anche i cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo, e non sono previsti limiti legati allo stato lavorativo: il contributo può essere richiesto da disoccupati, lavoratori autonomi e dipendenti. “È un aiuto concreto pensato per tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro condizione occupazionale”, spiegano dall’Inps.
Il sostegno non concorre alla formazione del reddito imponibile e non incide quindi sul calcolo delle imposte. La domanda va presentata entro due mesi dalla nascita o dall’ingresso in famiglia del minore, e i pagamenti vengono effettuati entro 30 giorni. Per chi ha figli gemelli o più minori adottati, è necessario inoltrare una domanda per ciascun bambino.
Ad aprile l’Inps ha pubblicato la circolare attuativa e, entro il 16 giugno, sono state inviate circa 100mila richieste retroattive per nascite e adozioni avvenute tra il 1° gennaio e il 17 aprile. Da allora, il bonus è entrato a regime, e altre 15mila domande sono state presentate per eventi successivi a quella data. L’Inps ha già erogato 78mila bonus, altri 7mila sono in pagamento entro fine mese e le restanti 30mila saranno liquidate entro l’estate. Il governo ha stanziato 330 milioni di euro per il 2025, con la possibilità di aumentare i fondi fino a 360 milioni nel 2026.
Secondo le stime, le risorse attuali dovrebbero essere sufficienti a coprire circa 330mila beneficiari, un numero plausibile vista la previsione di 370mila nascite nel 2024, destinate a calare ulteriormente l’anno successivo. “Ci aspettiamo almeno altre 150mila richieste entro dicembre”, dichiarano dall’Inps.
Non mancano però le critiche. Le opposizioni, tra cui Pd, M5s e Avs, giudicano la misura insufficiente. “Un contributo una tantum non basta: serve un sostegno strutturale alle famiglie e un taglio dell’Iva sui prodotti per l’infanzia”, sostengono i partiti, dopo che l’aliquota è tornata tra il 10% e il 22% dal gennaio scorso.
Nel frattempo, si attende anche lo sblocco del bonus psicologo da 1500 euro: dopo il via libera di maggio alla nuova tranche di fondi, servirà una circolare Inps per far partire i pagamenti, attesi non prima di settembre. La disponibilità è limitata: i 12 milioni residui del 2024 permetteranno l’accesso ad appena 8mila persone, a fronte delle 400mila che si sono dette interessate.