
Roma, cuoco bengalese ucciso a coltellate all’Ardeatino

Un tragico omicidio ha scosso il quartiere Ardeatino a Roma, dove nella notte è stato ritrovato senza vita Miah Mamun, 28 anni, cittadino bengalese noto nella comunità per il suo lavoro come cuoco e per una reputazione senza macchia. Il corpo del giovane, vestito con jeans e maglietta, giaceva supino lungo un tratto della pista ciclabile che costeggia via Cristoforo Colombo, all’altezza del civico 399. Accanto a lui, un marsupio con il cellulare, effetti personali e, secondo i primi riscontri, anche il portafoglio, elemento che fa momentaneamente escludere l’ipotesi di una rapina.
Le indagini, coordinate dalla compagnia dei carabinieri dell’Eur e condotte dagli uomini della stazione San Sebastiano, si concentrano su un possibile assassino conosciuto dalla vittima, che avrebbe potuto avvicinarsi senza destare sospetti. L’omicidio è avvenuto in una zona frequentata da sportivi e residenti, ma nella notte può diventare isolata. Secondo le prime ipotesi, Miah potrebbe essersi fermato con altre persone per cercare refrigerio dalla calura estiva ed è stato quindi aggredito da una o più persone: si cercano eventuali testimoni che possano essere d’aiuto per ricostruire l’accaduto. Il corpo presenta più ferite da arma da taglio, di cui una mortale al torace. L’autopsia, che sarà eseguita presso l’Istituto di Medicina Legale, fornirà chiarimenti sul numero dei colpi inferti e sulla dinamica.
A scoprire il corpo e dare l’allarme è stato un connazionale della vittima, anche lui residente nella zona: “Ero sulla pista ciclabile, ma più distante. Quando ho visto quell’uomo disteso per terra ricoperto di sangue ho capito che non c’era tempo da perdere”, ha dichiarato agli inquirenti. Il ragazzo ha subito composto il 112 e pochi minuti dopo sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118. I paramedici hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma “non c’è stato nulla da fare. I medici ce l’hanno messa tutta”. Sul luogo sono intervenuti anche i militari del Nucleo Investigativo per i rilievi scientifici.
Il giovane viveva a Tor Marancia, in via Arcadia, e lavorava come cuoco in un ristorante del centro, dove era apprezzato per le sue doti culinarie. Mentre gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, non si esclude una pista personale. La comunità bengalese, radunatasi la sera successiva sul luogo del delitto, lo ha ricordato con preghiere e candele accese. Alcuni conoscenti parlano di una possibile tentata rapina, ma finora non sono emersi elementi concreti in tal senso. “Forse qualcuno sapeva qualcosa della sua vita fuori dal lavoro”, ipotizzano gli investigatori, che stanno interrogando amici e colleghi per ricostruire eventuali legami nascosti della vittima.