
Achille Lauro incanta al Circo Massimo e annuncia il live all’Olimpico nel 2026

Vestito di rosso fuoco, con la potenza scenica che lo contraddistingue, Achille Lauro ha aperto la prima delle due serate al Circo Massimo, davanti a 14 mila spettatori. Ma il suo grido d’amore non era solo per il pubblico accorso: era per Roma, la sua città, che lo ha visto nascere artisticamente tra quartieri come Montesacro, Vigne Nuove, Tufello. “Siete stupendi. Finalmente a casa. È incredibile tornare nella mia città e trovarvi così qui, da dove siamo partiti, senza sapere dove stavamo andando e soprattutto senza sapere dove arriveremo”, ha detto l’artista, visibilmente emozionato, prima di lanciarsi in un viaggio musicale lungo due ore, ripercorrendo dieci anni di carriera.
Lauro ha stregato il pubblico con un repertorio variegato, affiancato da una band e da un’orchestra di 40 elementi: da Barabba III a 1969, da Marilù a Cadillac, passando per i successi più recenti come Amore disperato e Incoscienti giovani, brano che ha segnato il suo ritorno a Sanremo. “Mi avete salvato la vita”, ha gridato, in lacrime, sulle note di Incoscienti giovani. Non sono mancate sorprese visive, come il pianoforte che saliva in aria durante Perdutamente, con accanto un soprano. Un’immagine potente, simbolo dell’evoluzione di un artista che oggi punta al pubblico più ampio possibile, con uno stile che oscilla tra pop, rock, funk ed elettronica.
L’apice della serata è stato l’annuncio del concerto allo Stadio Olimpico il 10 giugno 2026, battezzato Comuni immortali. “Aprirò la stagione dell’Olimpico. Sarà un punto di arrivo, ma spero anche l’inizio di qualcosa di grande: punto anche a San Siro, vedremo”, ha dichiarato nel backstage. I biglietti saranno in vendita dal 4 luglio, e i fan sembrano già pronti a seguirlo. Intanto, il tour nei palasport di marzo 2026 è già quasi tutto sold out.
Nel concerto non è mancato uno sguardo al presente, tra riflessioni sul mercato musicale e citazioni all’Eurovision del 2022, da lui definita un’esperienza costosa e formativa: “Mi ispiro ai Queen, non a ciò che passano le radio”. Ha poi preso posizione sul caso Mengoni e le recenti polemiche: “Spero di aver ispirato i più giovani a essere liberi”, ha detto dopo aver ricordato la sua discussa performance sanremese con Me ne frego.
Un momento toccante è stato quello dedicato alla madre con Cristina, mentre Che tesoro che sei, duetto con Antonello Venditti, è stato rimandato: “La canzone l’ho scelta io. Maestro, sarebbe un onore”. Il brano verrà comunque pubblicato.
Achille Lauro non è solo una popstar, è un rito collettivo che si rinnova a ogni concerto. E Roma, almeno per una notte, è stata tutta per lui.