
Movida molesta, 150 sanzioni solo nell’ultimo weekend di maggio

Non servono grandi vocalizzi da palco per disturbare la quiete pubblica, bastano voci, risate e musica ad alto volume a notte fonda. A Roma, la movida estiva ha già riacceso il malcontento dei residenti nei quartieri del divertimento serale: Piazza Bologna, Trastevere, via dei Coronari, viale Gottardo, fino a piazza Massa Carrara, zone dove il riposo notturno è diventato un lusso raro. Decine di esposti, video, rilevazioni acustiche artigianali e telefonate all’Arpa: il rumore notturno è diventato un problema strutturale che si intreccia con l’assenza di controlli efficaci e continui.
Solo nell’ultimo fine settimana di maggio, la Polizia Locale di Roma Capitale ha elevato oltre 150 sanzioni per disturbo della quiete pubblica, occupazione abusiva di suolo, musica ad alto volume e schiamazzi notturni. Alcuni residenti di Trastevere e di San Cosimato hanno installato rilevatori fai-da-te per monitorare decibel e orari, portando prove tangibili del superamento delle soglie consentite. “Tra via Bertani, via Sacchi e la Scalea del Tamburino – raccontano – è un inferno ogni notte. Petardi e urla come se fosse capodanno”. I più esasperati raccolgono firme e coinvolgono i Comitati di quartiere.
La legge sull’inquinamento acustico (n. 447 del 1995) affida all’Arpa Lazio il compito di verificare il rispetto delle normative, ma l’organico ridotto e la mole di richieste rendono difficile un intervento capillare. Al momento, c’è un solo tecnico a disposizione per seguire tutte le misurazioni acustiche in città. Un limite evidente, soprattutto in vista del Giubileo 2025, che sta già aumentando la pressione sui vigili urbani e sulle autorità locali.
Dal Campidoglio arrivano segnali di apertura verso una soluzione operativa autonoma. “Stiamo redigendo un’istruttoria giuridica per capire come poter effettuare misurazioni acustiche direttamente, in modo conforme al Piano comunale di classificazione acustica”, spiegano dagli uffici capitolini. Il piano prevede l’emissione di ordinanze mirate nelle zone sotto stress acustico. La minisindaca Lorenza Bonaccorsi e il delegato alla sicurezza Stefano Marin chiedono però norme più chiare per poter intervenire tempestivamente.
Anche il decreto Piantedosi di gennaio 2024, che impone agli esercenti di prevenire comportamenti molesti nei locali, viene richiamato come strumento giuridico, ma nella pratica resta difficile da far rispettare senza strumenti certi di misurazione. “Anche questa è sicurezza”, sottolineano dal Campidoglio, “e vogliamo disporre di misurazioni fatte con criterio, ma direttamente da noi, per poter agire senza dover attendere Arpa”.